Il freestyle nel mondo rap è ormai un movimento, artistico ma non solo, consolidato a livello internazionale e con un seguito che conta milioni di persone. Che sia fatto in un parchetto o in un palazzetto davanti ad un pubblico gremito, improvvisare al microfono richiede allenamento e dedizione. Ma cos’è il freestyle?
Andiamo a vederlo di seguito.
Cos’è il freestyle?
Il freestyle significa letteralmente “stile libero” e ha diverse accezioni. Il termine viene applicato principalmente nel mondo sportivo (calcio, skate, pattinaggio ecc) e in quello musicale, in particolar modo nella cultura Hip Hop. Wikipedia lo definisce improvvisare in una delle quattro discipline o elementi: rapping, djing, breaking e graffiti writing.
Essendo un universo ricco di sfaccettature, facciamo un po’ di ordine per capire bene cos’è il freestyle, concentrandoci sui seguenti punti:
- Come, dove e chi ha inventato il freestyle
- Come si è evoluto il freestyle
- Come imparare a fare freestyle
- Le principali modalità in cui fare freestyle
- I migliori esponenti del freestyle nel mondo
- Cos’è un contest di freestyle rap?
- Il futuro del freestyle
Come, dove e chi ha inventato il freestyle nel rap?
Come tutta la cultura Hip Hop, anche il freestyle non ha una singola origine (anche se formalmente viene festeggiato il suo “compleanno” l’11 agosto del 1973) ma è il risultato di decenni di evoluzione culturale.
Iniziando presumibilmente in Giamaica, viene traslato come concetto alla musica Jazz dove regna l’improvvisazione con gli strumenti, si consolida infatti nella comunità afroamericana degli USA, in particolar modo a New York, agli inizi degli anni ’90. Dai canti della musica Gospel si passa alle cosìddette dozens (giochi in cui due persone si insultano a vicenda), fino ad arrivare all’avvento dei primi break musicali che mettono in loop pezzi ritmati di canzoni. Così gli MCs (Maestri di Cerimonia) nei diversi block party (feste di quartiere) intrattengono il pubblico con rime improvvisate mentre i ballerini danno sfogo a tutto il loro talento.
Nasce quindi come forma di intrattenimento e unione, non come “sfida”, esattamente come l’intento dei block party stessi che miravano a sostituire le vere guerre tra gang, che rappresentavano una piaga della comunità africana nell’America di fine millennio.
Come si è evoluto il freestyle
Negli anni poi, con il boom del mercato musicale Rap e l’aumento spropositato degli ascoltatori, sono nate delle competizioni legate al freestyle e ai cosìddetti “insulti in rima”.
Si è passati quindi alle sfide ed alle competizioni, inizialmente fini a se stesse o per l’ottenimento di premi in denaro, in seguito soprattutto perchè costituivano un canale d’accesso al florido mercato musicale, fungendo da trampolino di lancio per gli artisti.
I principali artisti degli anni ’90 fanno del flow il loro cavallo di battaglia e sono spesso anche ottimi freestyler, mostrando come il produrre testi di spessore e improvvisare vadano a braccetto.
Continuando in America, prendendo lentamente piede anche nei Paesi Latini Sud Americani e a distanza di qualche anno anche in Europa, inizia a diventare un qualcosa da emulare e le persone cominciano ad allenarsi con un beat in sottofondo per migliorarsi.
È così che il movimento culturale si concretizza, il livello medio si alza e le competizioni crescono numericamente e di importanza. Ne consegue che viene richiesto sempre più allenamento per essere performanti e ciò genera un solco, marcato soprattutto dopo gli anni 00, per cui il freestyle viene scisso dal contesto musicale.
Diventano sempre meno gli artisti in grado di eccellere sia a livello di testi scritti che di improvvisazione ed il freestyle non costituisce più una via d’accesso al mercato musicale, se non in rare eccezioni, anche se rimane molto importante per crearsi una solida fanbase.
Come imparare a fare freestyle
Fare freestyle non è affatto semplice come può sembrare, o meglio: è una tecnica molto difficile da affinare.
Di seguito qualche semplice consiglio, utile a capire cos’è il freestyle preso come si deve e come grazie ad esso si possa fare del buon rap:
- Innanzitutto si può iniziare acappella (ovvero senza un beat di sottofondo), allenandosi a comporre le prime rime e i primi giochi di parole, in maniera libera o concentrandosi su un argomento. Diverse competizioni includono ancora oggi sfide acappella per permettere agli Mcs di modificare il proprio flusso e il ritmo, valutando questa capacità.
- Successivamente occorre introdurre un beat (una base ritmata) oppure farsi aiutare da un amico che pratica beatbox, per seguire il tempo. Mentre inizialmente si usavano solo i campioni boom bap (quattro quarti), oggi vengono impiegate anche basi trap o ritmi diversi che consentono per esempio di eseguire solo tre chiusure. Risulta comunque fondamentale seguire le battute della strumentale, cercando di non eccedere nella quartina successiva (soprattutto in un 1 vs 1) e rispettando il tempo sia in entrata che in uscita.
- La maniera migliore per iniziare è lasciare un beat in loop (riproduzione continua) e iniziare a sparare rime, cercando di utilizzare sempre vocaboli diversi e pian piano spaziando in ulteriori tematiche. Può essere d’aiuto praticare il top of the head, ovvero improvvisare rime su oggetti e persone nel proprio campo visivo, traendo ispirazione dall’ambiente circostante.
- Cercare di modificare ed alterare sia il proprio flusso che la metrica, provando durante il freestyle a fare incastri multipli (più rime all’interno di una stessa rima) oppure rappando in maniera più blanda o con un extrabeat (cos’è l’extrabeat? Ne abbiamo parlato qui).
- Quando si ha raggiunto un livello discreto può essere stimolante cercare di eliminare il più possibile gli intercalari. Si tratta di frasi di riempimento prive di un vero significato che spesso servono solo per “apparecchiare” una rima oppure prendere tempo per pensare ad un argomento. Ecco alcuni esempi di frasi che senza un proseguo di filo logico possono essere considerati intercalari: “Quando arrivo con la rima…”, “Porto lo stile…”, “Rappresento con il flow…”.
- Una volta raggiunta questa fase, si può iniziare ad utilizzare diverse modalità per allenarsi, da soli o in compagnia, rispettando le regole date da una competizione o i paletti fissati fagli MCs stessi.
- Continuare ad allenarsi, perchè il freestyle necessita di elasticità e velocità mentale, proprietà che se non adeguatamente stimolate rischiano di perdere di efficacia.
Le principali modalità in cui fare freestyle
Soprattutto negli ultimi anni, sono state create modalità sempre più varie per fare freestyle, cercando di premiare l’inventiva e l’originalità dei rapper.
Eccone alcuni esempi:
- Minuto libero acappella o su beat.
- Minuto ad argomento (scelto dal freestyler, dalla giuria, dal pubblico o dall’avversario).
- Minuto con oggetti che vengono estratti casualmente.
- Minuto ad argomento con parole tabù: seguire un argomento non potendo utilizzare determinate parole, come in questo caso.
- Storytelling: solitamente si chiede ad un freestyler di raccontare un’ipotetica storia con degli elementi creati da una giuria e che possono stimolare la fantasia.
- Minuto con autotune: di recente inserimento, molto divertente e difficile.
- Quattro quarti: due o più MCs si alternano rappando ognuno su una porzione di beat che permette quattro chiusure. Si può fare in maniera libera, seguendo un argomento fisso, cambiando argomento ogni tot tempo oppure dando a turno un argomento da seguire.
- Tre quarti: il primo MCs fa solamente tre rime, lasciando la chiusura della quartina all’MC seguente che deve fare una rima con l’ultima parola dal precedente e poi a sua volta fare altre tre rime e lasciando la propria chiusura all’MCs successivo. Si può utilizzare la classica metrica A-B-A chiudendo con B, oppure variare se l’avversario utilizza per esempio A-B-B e chiudendo con A.
- Due quarti: ogni mc ha a disposizione solo mezza quartina, rendendo così lo scambio molto più dinamico.
- Otto quarti: ogni mc ha due quartine a disposizione, potendo così svolgere più rime in sequenza ed esponendo concetti più complicati
- Quattro quarti impersonificando un personaggio.
- Last word: ogni rapper deve focalizzare la propria quartina sull’ultima parola detta dal rapper nella quartina precedente.
- Tag team: 2 vs 2, 3 vs 3, 4 vs 4 ecc.
- Handicap match: 2 vs 1 o simili.
- Freestyle ad oltranza: se siete bravi potete arrivare a questo livello.
I migliori esponenti del freestyle rap nel mondo
Negli Stati Uniti, dove ha avuto origine, negli anni Novanta i principali freestylers erano anche i rapper più famosi: Guru, MF DOOM, Immortal Technique, Rakim, Redman, Big L, KRS-One, Method Man, Nas ecc. Nei successivi anni si sono contraddistinti artisti come Eminem, Thesaurus, Eyedea, Juice WRLD, Kendrick Lamar, Lil Dicky ecc.
Per quanto riguarda il mondo Latino, possiamo trovare: Frescolate, Nàjera, Jeff, Kamano, Rayden,Dtoke, Bullet, Miranda, Tek One, Hadrian, Link One, Rapder, Skone, RVS, Jeitrack, Tay-c, Eros EQ, Valles T, Aczino, Grno, Zeta, Jota, Philli MC, Feth, Arkano, Zenich, Invert, El Nino e molti altri.
In Italia c’è stata una evoluzione a step, tanto che ad oggi possono essere individuate addirittura quattro scuole in base alle differenze di stile e alla potenza mediatica del movimento:
- I precursori del freestyle: Danno, Maury B, Esa El Prez, Neffa, Kiffa, Moddi Mc e Fabri Fibra che hanno fatto da apripista e facevano freestyle in apertura ai propri concerti.
- I primi freestyler puri: nei primi anni 2000, con i primi contest a livello nazionale che vedono trionfare i vari Mondo Marcio, Ensi, Clementino, Kiave, Giankarlo Ira, Jesto, Mistaman, Mastino, Rayden, Raige, July B, Jack the Smoker. Qui il livello si alza e le battle si infiammano subito raccogliendo un grande bacino di utenza, il flusso è ancora l’arma principale degli MCs.
- La scuola della transizione: dal 2008 in poi si spengono in buona parte i riflettori sul movimento, dove restano pochi contest in cui spiccano artisti come Nitro, Fred De Palma, Shade, Rancore, Nerone, Mouri, Noema, Bles. Qui la tecnica del freestyle subisce un ulteriore cambiamento, le metriche diventano più fitte e diventa di primaria importanza la punchline, insieme ad una nuova valorizzazione della presenza scenica.
- La nuova scuola: dopo il 2015 i contest quadruplicano, i freestyler spuntano come funghi portando nuovi stili, modalità e generando un freestyler di altissimo livello con infinite combinazioni. Tra i principali artisti troviamo Blnkay, Shekkero, Morbo, Reiven, Frenk, Drimer, Shame, Bruno Bug, IL Dottore, Dr Jack, Dono ecc. Iniziano a diventare fondamentali i word play, anagrammi, incastri multipli e attenzione al dettaglio.
Cos’è un contest di freestyle rap?
Per capire cos’è realmente un contest di freestyle dovreste semplicemente viverlo di persona ma, per descriverlo in pochissime parole, ci basta dire che è una gara dove più cantanti rap si sfidano per decretare un vincitore.
In giro per il mondo ne abbiamo svariati esempi
Negli Stati Uniti i grandi eventi hanno sempre rispettato e dato spazio a tutte e quattro le discipline dell’Hip Hop: ne è un esempio lampante lo Scribble Jam che fino al 2008 ha adottato questa politica. Oggi esistono eventi, ma soprattutto leghe, tra i quali ricordiamo: Ultimate Rap League in New York e Queen of the Ring per sole donne, mentre sempre di stampo Americano troviamo King of the Dot Entertainment e Proud 2B Eh Battle MC a Toronto ed il Don’t Flop in UK.
Gran parte dei Paesi latini partecipano invece alla famosissima Batalla de los Gallos, sponsorizzata dalla Red Bull. Qui si riempiono palazzetti da 25 mila persone e si sfidano i migliori MCs provenienti per esempio dal Venezuela, Argentina, Spagna, Messico, Cile…
In Italia le competizioni sono cresciute numericamente negli ultimi anni.
Le prime e più importanti sono state il Tecniche Perfette (ancora in corso), il 2TheBeat ed il Master of Battle Arena. In seguito il freestyle è sbarcato in TV (ma con risultati non del tutto convincenti) con MTV Spit! e oggi trova la sua massima espressione nell’evento Mic Tyson. Nell’esplosione odierna di contest tra gli altri troviamo la Tritolo Battle a Napoli, il Carpe Riem a Pesaro, il Fight Club a Roma, la Ya Know The Name a Milano e molte altre a livello regionale/provinciale o totalmente street come il Mic Scrauso.
Il futuro del freestyle
Il freestyle è una disciplina, pertanto resterà viva fino a quando ci sarà qualcuno a praticarla. Si può trovare la magia del freestyle nei dialoghi tra amici, nelle sfide al parchetto e nei palazzetti, sia nel rap acappella che con un impianto capace di far vibrare il pavimento sotto ai nostri piedi.
Il suo futuro dipende dalla qualità dei suoi esponenti e dalla capacità di attirare maggiore pubblico ed eliminare definitivamente le stigmate di essere un banale “insultarsi in rima”.
È invece un meccanismo molto utile per parlare di attualità, mettere alla luce del sole e sconfiggere pregiudizi e luoghi comuni, fare autocritica e combattere il body shaming, parlandone e non facendo finta che non esista.
Il futuro del freestyle può essere questo: un mezzo di comunicazione e informazione alternativo per la nostra generazione.