Il video de L’Ultima Volta di Jake La Furia, Emis Killa e Massimo Pericolo ha un valore inestimabile per la conservazione del genere: vi spieghiamo perché.
L’Ultima Volta è un pezzo che rimarrà nella storia del rap italiano: il problema è che in un momento storico come questo – popolato dalla sovrapproduzione – fatichiamo a rendercene conto.
Sia chiaro, è da una vita che sogniamo questo capovolgimento delle cose, con il rap che diventa il genere dominante e tutto il resto che gli corre dietro in affanno. Magari si lascia per strada qualcosa – quella genuinità nel fare o quel fascino nell’ascoltare – ma se l’offerta oggi è così ampia e varia dobbiamo intenderla soltanto come una benedizione. Nonostante l’emergenza sanitaria infatti, il 2020 del rap italiano è stato un anno fruttuoso ed intenso, forse la fase più matura dal boom commerciale del 2016. Cosa è servito per arrivare a qui? Un’economia dinamica ma soprattutto della buona musica: due dischi come Mattoni e Persona – usciti nel 2019 – sono tra gli artefici di questa architettura semi-perfetta.
Quest’anno abbiamo assistito quindi a delle uscite importantissime nel mainstream, come quelle di Guè Pequeno, Tedua, Ernia, Jake La Furia ed Emis Killa e ad altrettante nel mercato un più di nicchia, tra le quali annoveriamo artisti come Jack The Smoker, Speranza e L’Elfo; il tutto ad una distanza di uscita pressoché minima – al massimo di un paio di settimane – che ci ha riempito di ispirazioni e di rime, ma ha anche reso necessaria una certa selezione, per godere a pieno del lavoro dei propri beniamini.
Nello specifico, 17 è uscito all’inizio della “fase 2” delle release, ovvero il periodo autunnale. Ciò ha permesso un’attenzione totale da parte del pubblico di riferimento sul disco dei due artisti milanesi, con L’Ultima Volta insieme a Massimo Pericolo che da molti è stata considerata come la traccia migliore del progetto e tra le migliori di questo 2020. In questo brano i tre artisti dedicano la loro scrittura ad un argomento delicato come quello della galera (per dirla semplice) che tutti e tre hanno vissuto sulla propria pelle o da vicino con i propri amici.
Trasformare in poesia cruda una narrazione così inflazionata come quella del “gabbio” può risultare essere un’arma a doppio taglio: Massimo Pericolo ad esempio continua ad esplorarne i lati più oscuri nella sua musica, non curandosi di chi pensa che dopo un solo disco ed alcuni featuring l’argomento abbia già stancato. Il destino – o la lungimiranza degli artisti – ha voluto però che una serie di fortunati elementi coincidessero tra di loro per dare un qualcosa di magico a questa traccia: uno tra tutti la mega produzione firmata 2nd Roof, che ha ispirato fortemente la vena poetica dei tre artisti. L’unico dubbio che può rimanere al fruitore più attento è più una questione etica, che potrebbe farci chiedere quanto giusto sia incensare un pezzo dove vengono ricordate delle persone che – “in soldoni”- hanno fatto qualcosa di male a qualcun altro per trovarsi nella situazione in cui si trovano.
Ma lo sfogo dei tre artisti coinvolti sul beat è autentico e “sentito”, una vera e propria liberazione che ha permesso alla loro raffinata penna di divincolarsi da qualsiasi logica commerciale e/o blocco creativo. É questo il valore del “Rhytm And Poetry” (chiamato erroneamente così, quindi: Cosa significa rap?)
“Io facevo il pieno ai locali e mandavo il pubblico in tilt
Tu sopra le tangenziali facevi i buchi nei tir
Pensiamo uno all’altro quando tocchiamo le cicatrici
Dio ci ha separato, ma il diavolo ci ha tenuto uniti”
Oggi de L’Ultima Volta di Emis Killa e Jake La Furia ne è anche uscito il video, prodotto da Borotalco TV: niente di rivoluzionario, se non i tre artisti in uno scenario cupo come quello della galera che raccontano le loro rispettive storie. Eppure, il fatto che ci sia un video ufficiale di un pezzo del genere è molto più significativo del suo effettivo valore artistico. Forse oggi si è un po’ persa di vista l’influenza che un video ha su un pezzo, in particolar modo se si tratta di un gran bel pezzo: spesso lo riesce ad elevare, a volte gli dà un significato nascosto, altre non aggiunge nulla se non l’immagine.
Ma per combattere quella sovrapproduzione di cui parlavamo in precedenza – che spesso e volentieri ci costringe a posticipare o ignorare alcuni ascolti – questa sarebbe la soluzione più adeguata: un video in cambio dell’eternità.
Dare un video ad una bella canzone è come immortalarlo con una fotografia, ha la possibilità di rimanere per sempre. Attualmente c’è la tendenza di fare i video ai pezzi più streammati o ai cavalli di battaglia dei dischi, in modo da spingere la promozione il più possibile; meccanismo assolutamente comprensibile, che forse però non rende sempre onore al valore artistico dei progetti. L’Ultima Volta è un bell’esempio in tal senso per tanti motivi: è un pezzo dalla scrittura notevole e dalla tematica forte, oltre ad uscire in un periodo in cui il senso collettivo del genere si stava un po’ consumando a discapito dell’individualità che sembra farla da padrone (che poi è anche il pregio più grande di 17, ridare un senso al rap, a quel tipo di rap).
Mi vengono in mente tanti brani che meriterebbe un video che li immortali; non ne cito nessuno perché sarei di parte, ma basta leggere i nomi che ho citato in precedenza per intuirlo. Spero che L’Ultima Volta di Emis Killa e Jake La Furia sia un bel punto di partenza e che altri artisti possano ispirarsi a questo metodo; il video di Medaglia ad esempio avrebbe potuto attirare più attenzione da parte anche di un pubblico “meno educato” al rap ma Emis & Jake hanno deciso di essere coerenti fino alla fine con il loro progetto; soltanto la strofa di Massimo Pericolo poi vale il prezzo del biglietto e che dà un importante seguito ad un featuring illustre come quelli di Appartengo con Marracash.
.. A proposito, perché non esiste un video di Appartengo?