Che Io Mi Aiuti , il primo album ufficiale di Bresh: possiamo parlare di un nuovo inizio per il rapper genovese?
Bresh, rapper genovese classe ’96, nasce artisticamente nel 2013, anno in cui pubblica il suo mixtape di esordio, cercando di farsi notare nel mare di rapper emergenti che ha contraddistinto la storia recente del nostro Paese. Gli anni successivi scorrono in maniera più confusionaria ma mai qualitativamente scarsa: l’artista continua infatti a rilasciare singoli e chiudere featuring fino ad arrivare al 14 febbraio 2020, giorno di pubblicazione del primo album ufficiale Che Io Mi Aiuti, pubblicato per Sony.
Sin dalle prime note del lavoro è palese una sorta di senso di rivalsa, ma con un sapore diverso da quello di tanti suoi colleghi, lontano dall’esasperata apparenza di tanti rapper italiani. In tanti negli anni passati si sono chiesti come sia stato possibile vedere un artista come Bresh lontano dai palcoscenici giusti: la risposta, forse, è in questo disco.
Sin dal brano che apre il disco, Scooter, ci è sembrato di capire qualcosa. Attraverso una nota audio, infatti Bresh dice:
“Fra scusa il ritardo
Se volete iniziare, iniziate pure, tanto poi io arrivo. Prendo la moto e ci metto un secondo, ciao, ciao”
Seppur – come spiegato da lui in un’intervista – questa nota vocale era stata realizzata in modo del tutto casuale, Bresh ci fa capire come lui stesso si senta un po’ in ritardo nella scena italiana, perlomeno rispetto a tanti altri. Volendo azzardare ancora di più, potremmo dire che il mezzo, lo scooter, può essere paragonato alla Sony, il mezzo necessario per raggiungere la tanto agognata vetta.
“Bresholino, Bresholino, voglio vivere in TV
Ma poi quando ci entri dentro, poi non ci voglio più uscì”
Continuando, con queste due barre prese dal bridge di Skit, Bresh vuole forse farci capire in modo simpatico che una volta raggiunta la vetta, paragonata alla tv, non vuole più scendere e facendo diventare la popolarità la sua zona di comfort.
Andando avanti con l’analisi del disco, l’artista non punta ad esaltare il suo ego, anzi, espone le sue debolezze e le difficoltà che ha dovuto affrontare per arrivare dove è ora. Spunti comuni a tanti dischi forse, ma non in questo modo.
Procedendo nell’ascolto, in No Problem esprime ancora una volta quanta strada abbia fatto il rapper da quando tutto è iniziato e quanto ancora punti ad arrivare più in alto. Rimanendo sempre su questo brano a colpire molto è il ritornello:
“Guarda come vomito
Quando tengo la verità nello stomaco
Non è un fatto alcolico
Tu guarda come vomito”
Qui tramite l’uso di varie metafore Bresh vuole esprimere il senso di ribrezzo (vomito) che prova quando, non potendo dire la verità la tiene dentro, e di conseguenza non può esprimere ciò che pensa, dovendo sopportare tutto, facendo finta di niente, addirittura tentando di riderci sopra (“rido delle cose che non tollero”).
“Che io mi aiuti un po’
Ma su sta nave son finite le scorte, tutto ‘st’oro mi fotte
Sul mio diario di bordo
Scrivo che sono il pirata più forte, piscio sulle tue flotte
Che io mi aiuti un po’, che io mi aiuti un po’
Che io mi aiuti un po’”
Nella titletrack, Che Io Mi Aiuti, Bresh, attraverso uno storytelling originale descrive metaforicamente la sua vita. In particolar modo nel ritornello attraverso una metafora evidenzia la cupidigia delle persone spinte ad accumulare sempre più oro, dimenticandosi delle scorte, ovvero delle risorse che realmente servono. Mentre con il paragone del pirata, Andrea conferma di avere una vita e delle amicizie migliori di molti altri suoi colleghi.
Soffermandoci sulla traccia Girano, in collaborazione con Izi, i due hanno voluto trasmettere la sensazione di essere sempre in movimento, in senso figurato e non, ritrovandosi poi con nulla in mano. In breve il pezzo esprime quel senso di angoscia che Bresh porta con sé da tutti questi anni.
Nel disco sono presenti anche i nomi di Rkomi, Tedua e Vaz Tè, rispettivamente nei pezzi Oblò, Parà e Team.
Il pezzo con Mirko, uscito lo scorso 3 ottobre, è stato il primo estratto del disco. Il tema affrontato da entrambi nel brano è legato alle emozioni proprie di tanti giovani, come ad esempio le grandi responsabilità riferite al futuro.Con Tedua, Bresh ha affrontato la tematica del destino utilizzando come paragone i paracadutisti della Folgore. Infatti, come spiegato da lui stesso, nessuno può scappare da un paracadutista; puoi correre ma lui prima o poi ti prende partendo dall’alto: un po’ la stessa cosa che accade con il destino.L’ultimo featuring, Vaz Tè, ha contribuito ad un brano che è una fotografia della loro vita quotidiana, dato che entrambi sono coinquilini da quando si sono trasferiti a Milano.
“SONO ANNI CHE MI SVEGLIO COL TEAM, BONJOUR
ALE DI FIANCO, GLI ALTRI IN STANZA STANNO SU”
Per quanto riguarda le strumentali, il disco è stato curato da Chris Nolan, Shune, Garelli e Andre Blanco i quali hanno contribuito a dare al disco un mood quasi “estivo” passando da basi più serrate a sonorità più melodiche.
In conclusione, considerando tutto il percorso artistico fatto da Bresh finora, e dopo aver ascoltato attentamente questo disco, possiamo definire Che Io Mi Aiuti la consacrazione di un nuovo viaggio musicale, nel quale Andrea è riuscito a esprimere le emozioni e raccontare tutte le vicende vissute in questi anni, in una maniera profonda ma mai pesante.