L’uscita del video di Black Balloon Reprise di Flying Lotus e Denzel Curry dà lo spunto per parlare di tre brani che in Italia sono passati troppo inosservati.
Black Balloon Reprise di Flying Lotus e Denzel Curry è un episodio della trilogia delle “bolle nere”, la metafora scelta dal rapper della Florida per parlare dello stato di isolamento generato dalla depressione. Tematiche che l’uscita del video ufficiale di BBR – contenuta in Flamagra di Flying Lotus – ci permette di trattare.
La clip, diretta da Jack Begert, è estremamente espressiva nel rendere la sensazione di isolamento e smarrimento che l’essere all’interno della bolla comporta e si conclude con un esplicito omaggio a Mac Miller.
La trilogia
Black Ballon Reprise è l’episodio di mezzo della trilogia, nonostante sia l’ultimo brano pubblicato e gli altri due siano entrambi contenuti nel suo album TA13OO. Tutto inizia in BLACK BALLOONS | 13LACK 13ALLOONZ dove Denzel fa un parallelismo tra sé stesso e Pennywise (il clown del libro It di Stephen King).
L’artista riflette su come gli episodi dolorosi che ha vissuto lo abbiano reso più insensibile e disilluso, ma allo stesso tempo più lunatico e capace di vivere le emozioni più intensamente. I balloons sono i palloncini che, come gli accadimenti della vita, possono scoppiare da un momento all’altro e cambiarti (sia nel bene, sia nel male). Denzel precisa che il palloncino è nero perché contiene “dolore, aggressività e oscurità” e che quando scoppia tutto “vola via”.
“Soon black balloons pop
Let it be the day the pain stop”
Il fatto che il dolore si fermi – come dice l’artista – sembra alludere chiaramente alla morte. Nel secondo capitolo Black Ballon Reprise, dice chiaramente:
“We all cry
The day the black balloon explodes, we all die
Nobody couldn’t handle the truth, we all lie”
I black balloons diventano una vera e propria metafora dell’isolamento che la depressione e la malattia mentale in generale causano. Nel video vediamo proprio come le bolle nere avvolgono la persona rendendola invisibile a chi la circonda, rappresentando l’incomunicabilità che esiste per una patologia non semplice da ammettere e rendere nota. La depressione ancora considerata come un tabù, o TA13OO come direbbe Denzel.
“The black balloon floats, the black balloon flies
The black balloon pops, the black balloon dies
I must be the black balloon and”
L’ultimo capitolo THE BLACKEST BALLOON | THE 13LACKEZT 13ALLOON è il più intimo e personale, il ritornello rievoca la morte del fratello. Treon Johnson è morto nel 2014 in seguito alla sua cattura da parte della polizia. Denzel dice di sentirne la voce nei sogni e non essere ancora riuscito a realizzare che sia accaduto realmente.
“Ooh, ooh, feel like a horror movie
Ooh, ooh, why my brother callin’ to me?”
Si può uscire dal black balloon?
La morte di Treon e quella della sua fidanzata nel 2016 hanno segnato negativamente e fatto cadere l’artista in un vortice depressivo. Ora Denzel pare esserne uscito, rinforzato, con la consapevolezza di potervi ricadere e di saperne uscire di nuovo. Significativa la frase che ha detto a Genius, commentando il suo verso “Sky is the limit, I could die in a minute”:
“It’s the fact that I took those and made it into my own personal experiences, so the sky really is the limit because I ain’t being limited from what happened to me. Actually moving forward and being bigger and older and wiser.”