Dopo il suo live al Bisboccia Fest 2019, abbiamo avuto il piacere di realizzare un’intervista a Johnny Marsiglia.
Il 2 giugno al Bisboccia Fest, dopo la battle freestyle “7 Lakes King” si è esibito Johnny Marsiglia, che ha regalato al numeroso pubblico un ora di emozioni dimostrando ancora una volta il suo valore.
Terminato il live, dopo aver concesso qualche foto e aver chiacchierato un po’ con qualche fan desideroso di conoscerlo ci ha concesso un’intervista. Ecco quello che ci siamo detti durante quella serata:
Innanzitutto, è passato ormai più di un anno dall’uscita del disco, tornando indietro, avresti fatto altre scelte o prenderesti la stessa direzione?
«Sono super soddisfatto del disco, non cambierei niente, forse è la prima volta da quando faccio musica che un progetto mi soddisfa al 100%. Certo, magari ci sono delle sfumature che avrei impostato diversamente, ma a parte minuscoli dettagli sono pienamente contento sia delle produzioni che dei testi.»
… E come mai per la prima volta?
«Perché adesso mi piace seguire più da vicino alcune fasi, ad esempio il mixaggio o l’editing dei brani, cosa che prima non facevo. Memory è il primo disco che mi soddisfa a pieno, il mixaggio, il concept, la sequenza dei brani, suona proprio come voglio.»
Hai altri traguardi che vuoi raggiungere o ritieni di esserti posizionato nella tua comfort zone?
«No, in realtà mi piacerebbe crescere ulteriormente. Sento che può succedere perché rispetto a prima – nonostante siamo stati fermi quattro anni – adesso c’è più coinvolgimento da parte delle persone, sento che la gente ha bisogno di sentire certe cose.»
Quindi mi collego subito a un’altra domanda che volevo farti: anche in futuro metterai davanti l’ideale che hai della tua musica rispetto a magari una strada più facile spostandosi verso suoni più pop?
«Si, non voglio cambiare tanto, voglio sempre farmi guidare anche da nuovi stimoli e cose nuove, ma senza mai abbandonare le mie radici e il mio stile. A me piace scrivere, mi piacciono le cose che suonano attuali ma magari con un richiamo classico. Vado fuori, ad esempio, per tutto ciò che suona attuale ma con un richiamo al passato, per l’uso di sample per esempio o di musicisti. Mi piace perché gli artisti che seguo cercano di dare tale impronta ai loro lavori e io faccio lo stesso, cerco di risultare fresco e moderno senza tralasciare però aspetti più classici.»
Hai progetti per il futuro?
«Sto scrivendo cose nuove, per il prossimo lavoro voglio coinvolgere anche più musicisti e fare cose ancora più studiate. Non cambiare niente di quanto fatto fino ad adesso però cercare di affinarmi ulteriormente, di migliorarmi.»
Siccome ho scritto anche un’analisi sulle tue 64 Bars vorrei sapere, com’è stata come esperienza?
«Bellissima, poi devo dire che Stabber è un produttore con il quale non avevo mai collaborato e mi ci sono trovato bene, soprattutto perché lui è molto eclettico, fa delle cose che non ti aspetteresti; magari è dietro a progetti pop che non diresti mai, e mi piace questa sua versatilità.»
Dato che ricevi molti commenti di stima all’interno della scena rap, tu al contrario, chi vorresti elogiare per il suo operato?
«Quando mi fanno domande del genere penso subito a chi ascoltavo io da ragazzo che mi ha segnato però ci sono anche molti rapper nuovi che mi piacciono, in Italia ora come ora c’è una grande varietà di stili, di sound e di approcci che rendono veramente interessante il genere. Trovo alcuni molto interessanti, altri meno perché affrontano argomenti o hanno un’attitudine lontana dalla mia e per questo motivo non riesco ad apprezzarli. Per citarne qualcuno che stimo molto tra quelli nuovi direi Massimo Pericolo che è interessante, così come Speranza, sono ragazzi che quando ho visto le loro cose…»
Soprattutto hanno un background dietro veramente real che forse li rende ancora più interessanti…
«Esatto, anzi quelli che stanno uscendo adesso hanno forse più voglia di scrivere e raccontare rispetto a coloro che fanno la solita formula che appiattisce tutto. Poi continuando con qualche nome potrei dirtene altri, ad esempio tra le nuove leve anche Tedua mi piace, fa cose molto interessanti, è particolare e originale. Ecco, mi piace quando c’è voglia di essere riconoscibili.»
A proposito di riconoscibilità, la figura del produttore, che negli ultimi anni si è sempre più elevata alla pari col rapper secondo te è fondamentale? Più o meno che in passato? Poi tu collabori in simbiosi con Big Joe…
«Si certo, per quanto mi riguarda il producer è sempre stato alla pari col rapper..»
Forse non per il pubblico però…
«No per il pubblico no, per gli addetti ai lavori però si perché dipende moltissimo da questo. In America è da sempre cosi, magari addirittura ci sono rapper che per il singolo grosso chiamano quello specifico produttore perché negli USA incide tanto e da molto più tempo. In Italia piano piano ci stiamo allineando. Io stesso punto a far uscire i dischi come “Johnny Marsiglia e Big Joe”, ho sempre visto il produttore come una figura super importante.»
Memory alla fine è un viaggio, sia introspettivo che reale. Il tuo tipo di scrittura sarebbe facile da tramutare in prosa: hai mai pensato che potesse diventare una sceneggiatura? Cioè tramutare il viaggio di Memory in una sceneggiatura..
«Perché no, magari. A me la scrittura piace, leggo abbastanza e questo si riflette anche nelle mie canzoni, specialmente negli story telling. Non nascondo che ho pensato più volte di scrivere, in un futuro non lo escludo.»
Hai degli esempi oltre oceano che ti interessano e nelle quali ti rispecchi?
«Sicuramente Kendrick Lamar, uno dei miei artisti preferiti degli ultimi dici anni, lui è uno fortissimo. Ora sto ascoltando tutta la scia di Chicago che riesce ad avere un approccio fresco e sperimentale ma allo stesso tempo classico. Invece se parliamo della old school potrei aprire un capitolo che non finirebbe più.»
Ultima domanda, siccome la politica italiana sta attraversando un periodo diciamo complicato a livello ideologico, tu cosa ne pensi?
«Anche qua dovremmo aprire un capitolo enorme. Molti hanno un atteggiamento negativo, in questi momenti secondo me bisogna reagire ed è in queste circostanze che nascono le iniziative più f*ghe, anche per quanto riguarda l’arte. Tutti quelli disinteressati ora magari si stanno un po’ svegliando.
Ultimamente cerco di vedere il lato positivo delle cose, spero che essendo tutto ciclico non abbia vita lunga questa situazione, anche perché sarà difficile continuare a prendere in giro la gente per lungo tempo. Non voglio farmi prendere troppo da questa situazione di odio e intolleranza perché mi distruggerebbe, quindi sto cercando di mantenere uno stato mentale positivo. Chiaro che a volte leggo e vedo cose che mi lasciano spiazzato e sono incredibili nel 2019, quindi ci rimane solo di fare qualcosa di costruttivo.»
Aspettiamo dunque novità sotto il profilo musicale da parte di Johnny Marsiglia che sembra aver intrapreso la strada perfetta per lui, con Memory è riuscito a convincere fan e critica.
Cosa aspettarci per il futuro?
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