Analizziamo 64 Bars di Johnny Marsiglia, la traccia scritta dal rapper di Palermo per la rubrica ideata da Red Bull.
Continuiamo la nostra rubrica con 64 Bars di Johnny Marsiglia, la perla regalata dal rapper palermitano per Red Bull Italia sopra una strumentale prodotta da Stabber.
Nelle precedenti puntate abbiamo analizzato i testi Vendetta di Marracash, La Solitudine di Rkomi, Prega per Noi di Achille Lauro, Lascia Stare di Fabri Fibra, Iron Maiden di Axos, Paranoia Mia di Ernia, Lunedì di Salmo, Per Sempre di Don Diegoh e Fuori Piove di MadMan.
Come le scorse volte, se prima ti serve una rinfrescata riguardo alle figure retoriche clicca qui.
Analisi tecnica di 64 Bars di Johnny Marsiglia
Le 64 Bars iniziano con una dimostrazione tecnica incontestabile: la prima barra contiene un ossimoro (“sogni da sveglio”), una frase ovviamente in contrasto col buon senso, seguita poi dall’utilizzo del termine “fuori” che crea varie diafore in cinque versi successivi, dando vita a una sorta di flusso continuo nelle orecchie dell’ascoltatore.
Successivamente JM usa una metafora (“prima che il cuore schizzi fuori dal petto“) e un’interrogazione retorica nei confronti dell’ascoltatore: la prima funge da evidenziatore per il concetto che vuole esprimere il rapper, mentre la seconda rompe la quarta parete per immergere maggiormente i fan nella canzone. Oltre a questa sono presenti numerose metafore come, ad esempio, “l’equipaggio ti insegna a volare / portiamo il livello su Marte / poi lo trasportiamo in un altro sistema solare” dove si utilizzano i concetti di pianeti e sistemi solari per sottolineare la propria bravura rispetto alla media. Da sottolineare, comunque, è il largo uso dell’interrogazione retorica che consente al rapper di mantenere un dialogo con l’ascoltatore durante tutta la traccia.
Si nota un’anafora con le parole “anche se” utilizzate all’inizio di due versi successivi (figura retorica scelta spesso, dato che fa lo stesso con i termini “a cosa” e “fuori”) e una paronomasia con i termini “aspetto”/”aspetta” quando li accosta uno affianco all’altro per imprimere un particolare effetto fonetico, cosa che fa anche nei versi successivi con le parole “normale”/”non male”.
Attraverso una perifrasi, poi, indica il razzista come un “diversamente intelligente”, di fatto usando anche la tecnica dell’eufemismo che permette di utilizzare l’ironia per descrivere il soggetto preso in considerazione.
È presente un enjambement nei versi “come la metti quando sei in mezzo / all’uragano e non c’è riparo” e, poco dopo, “scomoda” l’utilizzo del paragone come quando sceglie di citare un noto programma televisivo: “metti solo ansia come in Airport Security“. Nella parte finale delle 64 Bars si nota anche un’epifora con le parole “non serve” che, similmente all’anafora, ha la funzione di evidenziare i concetti che si vogliono esprimere.
Si può facilmente notare, quindi, come Johnny Marsiglia utilizzi una grande quantità di artifici retorici, molti di più rispetto alla media. Sul piano tecnico è quasi impeccabile e fa emergere il suo talento in questa traccia come in molte altre, accompagnando un largo uso di figure retoriche a flow diversi e metriche ben studiate.
Analisi contenutistica di 64 Bars di Johnny Marsiglia
Le 64 Bars di Johnny Marsiglia toccano svariati argomenti e sono ricche di spunti di riflessione.
Il rapper parte dal raccontare immagini del proprio passato e di quando le persone gli suggerivano di andarsene da Palermo per fare carriera, ma lui non gli dava ascolto, tanto che attualmente risiede ancora nel capoluogo siciliano: basta ascoltare un paio di sue canzoni per rendersi conto di quanto è attaccato alla sua terra d’origine. Resta nella sua Sicilia, nel bene e nel male, nonostante l’ambizione che porta molti a spostarsi verso altre metropoli (ad esempio Milano).
Poco dopo si discosta dall’argomento iniziale e traccia un paio di riflessioni sulla società, che si sta spingendo sempre più verso una discriminazione nei confronti del prossimo. Probabilmente questi versi contengono anche una velata critica al governo attuale che è il primo responsabile riguardo i sentimenti di divisione che stanno prendendo piede nel nostro Paese, dato che hanno basato un’intera campagna elettorale sulla distinzione “noi-loro”.
Successivamente fa una riflessione su se stesso e sulla sua professione, con un tocco di (giustificata) autocelebrazione, prendendo un po’ le distanze da chi fa rap solo per moda. Ammette il fatto che nel mercato discografico contano i numeri ma dichiara di volerli raggiungere seguendo la sua strada, restando coerente con sé stesso e col genere musicale che ha scelto.
Inevitabile lo spaccato su Palermo che viene descritto attraverso un paio di immagini (“Vivo in un posto soleggiato / Dove nella zona d’ombra trovi gli habitué Palermo centro, baby / dove vedi il bello e il marcio”) che come sempre contengono una sensazione di omaggio – perché si sente che JM è decisamente attaccato con sentimento alla sua terra siciliana – senza tuttavia il timore di far emergere anche i suoi lati negativi come, in questo caso, “il marcio“.
Vari sono i riferimenti a Le Haine, una pellicola cult per gli appassionati del cinema e un film molto citato da vari esponenti della scena rap per il fatto che descrive molto bene la vita dei ragazzi di strada.
Conclude con qualche pensiero sui colleghi e sull’ambiente rap in generale, affrontando anche il tema della competizione, dichiarando che può far solo bene per tenere alta la qualità. Infine, si pone in contrasto nei confronti delle persone che gli stanno vicino per convenienza dimostrando false emozioni che il rapper non vuole e che invece controbatte con l’orgoglio verso le proprie origini.
Trattare un numero così alto di concetti in un brano è un’ulteriore prova della sua capacità lirica che troppo spesso passa inosservata e che invece dovrebbe essere percepita come un fiore all’occhiello per gli ascoltatori. Se poi pensiamo al periodo nel quale ci troviamo – dove il liricismo e la tecnica sono passati quasi in secondo piano rispetto al personaggio – JM rimane uno dei rapper più originali e genuini che abbiamo, nonché oggettivamente uno dei più competenti in materia di rap.
Conclusioni
Johnny Marsiglia, attraverso queste 64 Bars dimostra la sua capacità lirica e tecnica ancora una volta: una quantità massiccia di figure retoriche e i tanti argomenti affrontati sono l’ennesima dimostrazione della sua bravura. Ha alcuni punti fissi nella sua scrittura – Palermo ne è l’esempio lampante – ma sono solamente il punto di partenza per toccare in ogni strofa un tema diverso dal precedente.
Il protagonista in questione è uno degli esempi più importanti del seguire le proprie passioni senza dar retta a nessuno, facendo ciò che sa fare e che lo fa stare bene. Complimenti, JM.
Vi lasciamo con una playlist a lui dedicata. Buon ascolto!
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Grafica e playlist di Mr. Peppe Occhipinti.