In occasione della data italiana del suo tour europeo, avvenuta al CSO Pedro di Padova, abbiamo avuto l’onore di realizzare un’intervista a Evidence dei Dilated Peoples.
Padova è famosa per le sue Università, per gli affreschi di Giotto alla Cappella degli Scrovegni e per essere la città dei “senza”: il Prato (della Valle) senza erba, il Santo (Sant’Antonio) senza nome e per il Caffè (Pedrocchi) senza porte. C’è però un altro aspetto che può rendere celebre la città veneta, seppur in scala molto ridotta rispetto i motivi elencati in precedenza, ossia per aver ospitato ben tre volte la tappa italiana del tour europeo di Evidence, la prima nel 2010 con i Dilated Peoples, la seconda il 3 marzo del 2012 e la terza, sei anni dopo, lo scorso 16 novembre.
Pensavo che l’intervista di persona a Paola Zukar, la nota manager di Fabri Fibra, Marracash, Clementino e Tommy Kuti, almeno nel breve periodo rappresentasse l’apice della mia “carriera”. Bene mi sbagliavo, perché il 16 novembre, ho avuto il privilegio di portare Rapologia a intervistare di persona proprio questo MC che ha fatto la storia di quel rap che tentiamo di tutelare ogni giorno tra le nostre pagine. Ancora fatico a crederlo.
Con Paola ero assieme a Matteo e Mattia, con Ev pure. Squadra che vince non si cambia. Accolti in maniera eccellente dai ragazzi del CSO. Pedro – luogo in cui si è tenuto anche il sopracitato primo live del rapper dei Dilated Peoples – e bevuto qualche birra e spritz – ho provato a fargli capire che si dice Pirlo, ma fuori Brescia non trovo mai nessuno che mia dia corda – abbiamo avuto il piacere di assistere innanzitutto al soundcheck del main artist della serata. Professionale e meticoloso, il rapper di Cats & Dogs lo ha portato a termine in una ventina di minuti, assistito da Dj Mishaps e dal tour manager Tim, il quale poco dopo ci ha dato il via libera per fare ciò che aspettavamo ormai da diversi mesi: realizzare un’intervista a Evidence.
Entrati nel backstage, io e i due miei colleghi ci troviamo Ev seduto sul divano in totale tranquillità, impegnato a rilassarsi nel suo modo preferito e dopo le presentazioni di rito – e avergli ribadito quanto per noi fosse un onore poter scambiare quattro parole con lui – la chiacchierata (perché di questo, in fondo in fondo, si è trattato) è potuta cominciare.
Hey Ev! Since you are in Italy and your name is Michael Taylor Perretta, let’s start with a predictable question: do you want to talk a bit about your origins and if you still have relatives here, in the so called “Beautiful Country”?
Hey Ev! Dal momento che sei in Italia e il tuo nome è Michael Taylor Perretta, iniziamo con una domanda prevedibile: ci vuoi parlare un po’ delle tue origini e se hai ancora parenti qui?
«If I do have relatives I’m not in touch with them. I’m not aware that I do. Yeah my father’s side of the family is Perretta. My son has Peretta once again and I’m keeping Perretta’s alive. I think my family was more from the south from Naples, maybe some from Palermo and they furthered down that way. But still I need to do more research and investigate the history a little bit more than I have, but it’s good to be here and it’s beautiful to hear people saying my name like that. You know my family comes from New York and then went out to California where I was born.
Here I’ve been to the very bottom and I’ve been all the way up top. I think it’s great but I’m a tourist. I’ll have to live here and really feel the environment to really make a decision. I’ve been here bunch throughout my life so I’m blessed for that.»
«Se ho parenti non sono in contatto con loro e non ne sono consapevole. Detto questo sì, il lato paterno della famiglia è Perretta. Mio figlio continua a portare il cognome Peretta, per cui sto mantenendo viva la discendenza Perretta. La mia famiglia credo provenisse dal sud, da Napoli o da Palermo, e hanno proseguito ad espandersi nel Sud. Tuttavia ho bisogno di fare più ricerche e indagare meglio la storia più di quanto ho fatto finora, ma è bello essere qui ed è bello sentire persone che dicono il mio nome con questo accento. E poi sai, la mia famiglia viene da New York e poi siamo andati in California, dove sono nato.
Qui sono stato dal Sud al Nord e penso che sia fantastico, ma rimango un turista. Dovrei vivere qui e sentire veramente l’ambiente per prendere davvero una decisione. Sono stato qui solo qualche volta durante la mia vita ma mi sono sentito molto fortunato per questo.»
Now space to the music: you are on tour in Europe again but, obviously, you rocked hundreds of stages all across your country: can you tell us the differences between the two types of audience and atmosphere?
Ora però spazio alla musica: sei di nuovo in tour in Europa, ma ovviamente hai calcato centinaia di palcoscenici del tuo Paese: puoi dirci le differenze tra i due tipi di pubblico e atmosfera?
«Language barriers first. Here (Europe, ed) people are not maybe understanding every word or every fourth word or, maybe, not even the words but just feeling the rhythm and the vibe, hearing the voice. At home there’s a lot more for me talking in between songs because I’m talking to the people. Here I just keep it moving more so I don’t have to get lost in translation. When I think a good show, when you really have your crowd there and you’re not performing for people who are just going to a rap show but people there to see you, whether I’m in California or in Poland over here if it’s your fans they know all about you and how you move and what songs: you feel the direct connection.I’ve been in weird places before and really felt like this could be home and so that’s the beauty of it.
After the show we can’t really say that much to each other but during the show there’s a real connection. And you’re lucky if you even find one person that’s just really like this. The show just becomes about you and that person almost and that’s even great when you get to a point where it’s a whole room that’s like magic.»
«Prima di tutto la lingua è una barriera. Qui in Europa le persone non comprendono ogni parola anzi, probabilmente nemmeno una, ma percepiscono il ritmo, l’atmosfera e ascoltano la voce. A casa è molto diverso, parlo attraverso le canzoni perché sono a contatto con chi mi capisce appieno, non come qua che continuo a muovermi per evitare di perdermi in traduzioni. Infatti, quando penso ad un bello show, penso a quando hai davvero la tua folla lì e non ti esibisci per persone che stanno solo andando a uno spettacolo rap. Quelle persone sono lì per vedere te, non importa se sono in California o in Polonia, se sono tuoi fan sanno tutto di te e di come ti muovi e quali canzoni suoni: percepisci subito una connessione diretta.
Sono stato in posti molto strani in tutta la mia vita, ma il bello è che possono sembrare casa tua. Anche se dopo lo spettacolo non possiamo dirci molto l’un l’altro, durante il live c’è una vera connessione e sei fortunato se trovi anche una persona che è proprio così, fino ad arrivare al punto in cui è tutto il locale ad essere così ed è assolutamente magico.»
2018 has been a prolific year for you: “Weather or Not” with related videoclips and the EP “Aren’t U Glad You’re U” with Dome Genesis, in which you starred as the producer. What will be the next steps in your career, both as an MC and as a beatmaker?
Il 2018 è stato un molto anno prolifico per te: Weather or Not con videoclip correlati e l’EP Aren’t U Glad You’re U con Dome Genesis, in cui hai ricoperto il ruolo di produttore. Quali saranno i prossimi passi della tua carriera, sia come MC che come beatmaker?
«I want to put out another Evidence record next year. I don’t want to do the big delay to my last upsolo Cats And Dogs: seven years is a big space but it’s not that I wasn’t working. I did a Dilated Peoples album, I did a Step Brothers album with Alchemist, Domo Genesis album… I’ve been working on my craft but you have to ride the momentum when you have it. I’m lucky that Whether or Not is this connecting because after this big break I could’ve come back and people not checking for it, so I’m lucky for that and I don’t want to abuse that. So I wanna come back with a new record, probably next year.
After that hopefully another Step Brothers’ with Alchemist and maybe after all that some Diltated sh*t. But right now my mind is on my instrumental album coming out on Rhymesayers called Squirrel tape Instrumentals and, then, a lot of production features coming out. Working on Brother Ali and Sa-Roc, both on Rhymesayers, and with Krondon. Yeah, I enjoyed the production a lot.»
«Voglio pubblicare un altro disco di Evidence il prossimo anno. Non voglio replicare la lunga attesa che c’è stata con Cats And Dogs: sette anni sono tanti ma non è che non stavo lavorando. Ho fatto un album dei Dilated Peoples, ho fatto un album degli Step Brothers con Alchemist, l’album di Domo Genesis… Ho lavorato ai miei progetti anche di notte ma bisogna cavalcare l’onda quando ci sei sopra. Sono fortunato che ci sia questa connessione con Cats And Dogs perché dopo questa lunga pausa sarei potuto tornare senza che le persone si ricordassero chi fossi, invece così non è stato: sono fortunato e non voglio abusarne. Voglio tornare con un nuovo disco, probabilmente l’anno prossimo.
Dopodiché mi auguro un altro album Step Brothers con Alchemist e, forse, dopo tutto ciò qualcosa anche come Diltated Peoples. Ma in questo momento la mia mente è sul prossimo album strumentale che esce con Rhymesayers chiamato Squirrel Tape Instrumentals, e poi,sto lavorando ad un sacco di produzioni: sono all’opera con BrotherAli e Sarah, entrambi sotto Rhymesayers, ed anche con Krondon. Sì, devo dire che mi piace un sacco produrre basi.»
Just because we talked about beatmaking, in Throw It All Away you say ‘I write to Alchemist cause others don’t inspire me’. What was the first time you met? And why his beats are so special compared to others?
Giusto perché abbiamo parlato di beatmaking, in Throw It All Away dici “I write to Alchemist cause others don’t insipire me’. Qual è stata la prima volta vi siete incontrati? E perché le sue basi sono così speciali rispetto a quelle degli altri?
«I met him when I was really young, probably thirteen or fourteen years old. I didn’t grow up with him before that but I had seen him doing graffiti and stuff knew of and then I met him a couple years later, maybe when I was fifteen or sixteen, and we really started becoming good friends around then. Beats are just, you know, a kick, a drum, a snare, an hi-hat, a baseline, a loop. What he is doing is not so different. It’s how he does it that’s different and he really has a sound that it’s not an accident. It’s not like he did it a few times and got lucky. The way he makes beats is the way it’s gonna sound every time, the way he truncates, the way he filters, the sample selection..is just really good. And he’s repeated this over and over and over and over so it’s no accident.
To me he’s like champion, it’s just like something that’s good that keeps making good sh*t over and over he’s a real brand. I understand him and he understands me so the way my rhymes land on his beats it’s probably just a testament to hanging out with him a lot. So I think it carries for friendship and music.»
«L’ho conosciuto quando ero molto giovane, probabilmente avevo tredici o quattordici anni. Non sono cresciuto con lui ma lo avevo visto fare graffiti ed altre cose che conoscevo. Poi l’ho incontrato un paio d’anni dopo, forse a quindici o sedici anni, e in quel momento abbiamo iniziato a diventare buoni amici. Le normali produzioni sono solo una cassa, un rullante, un basso, un loop e così via..Quello che Alchemist fa non è poi così diverso ma il suono che riesce ad ottenere non è mai un puro caso. Non è che lo prova un paio di volte ed è semplicemente fortunato. Il modo in cui il beat suona all’inizio è lo stesso in cui suonerà alla fine della creazione, il modo in cui tronca, il modo in cui filtra, la selezione del campione..è davvero ottimo e lo ha sempre fatto ancora, ancora ed ancora, quindi non è un caso.
Per me è come un campione, è come qualcosa di ottimo che continua a ripetersi nel tempo, un vero brand. Poi il fatto che siamo amici, che io lo capisca e che lui capisca me è il motivo per cui le mie barre atterrino sui suoi beat nel modo in cui tutti sentite. Probabilmente sono solo la dimostrazione di quanto io e lui ci vediamo e ci stimiamo. L’amicizia fa scaturire la musica e viceversa.»
In 10.000 Hours you say ‘Everyone’s an imitation, spitters cop the G Rap, the rest are on some Drake shit’. That’s a common thing also here, and we would like to know your take on the relationship between the classic rap and what everyone tries to do nowadays, so basically Trap or Drake-type hits.
In 10.000 Hours tu dici “Everyone’s an imitation, spitters cop the G Rap, the rest are on some Drake shit”. Anche qui da noi è una cosa comune e vorremmo, quindi, conoscere la tua opinione sulla relazione tra il classico rap e ciò che tutti cercano di fare oggigiorno, ossia fondamentalmente la trap o hit in stile Drake.
«There’s really only two kinds of rappers like either you’re copying Kool G Rap or copying Drake. Kool G Rap is the guy who represents all that the people who really write real bars. There’s no real rapper who doesn’t say Kool G Rap is one of their favorites, and rightfully so because he’s one of the best. And then if you’re not from that school, Drake is the biggest influence, the new school for everybody. If you’re young you probably have some Drake in you and if you’re older and you a real bar rapper you probably influenced by Kool G Rap. Honestly what I can say is I don’t know what I am, I have my own style that got made up after years and years of developing so I love Kool G Rap but I never sat down and like studying his bars or his structure. That’s something that I would want to do but I was more just a fan. About Drake no I’m not influenced by that so much is although but I’m also a fan.
It took my time to find my own sh*t, (“10.000 Hours”!) but that’s one thing I’m definitely proud of Is that you can never say I’m a biter. I think I have a very unique voice and a different approach to rap than a lot of other rappers do and that doesn’t make me better or worse, but it just makes me unique.»
«Fondamentalmente ci sono solo due tipi di rapper, chi copiai Kool G Rap o chi copia Drake. Kool G Rap è colui che rappresenta tutti gli artisti che fanno il vero rap. Non c’è un vero rapper che non dica che Kool G Rap è uno dei suoi preferiti e giustamente, perché è uno dei migliori. Se poi non vieni da quella scuola, Drake è la tua più grande influenza, la nuova scuola per tutti. Se sei giovane probabilmente hai un po’ di Drake in te e se sei più vecchio e sei un vero rapper probabilmente sei influenzato da Kool G Rap. Onestamente quello che posso dire è che io non so cosa sono, ho il mio stile che si è sviluppato dopo anni e anni di musica, quindi amo Kool G Rap ma non mi sono mai seduto a studiare le sue barre o la struttura dei suoi brani. Questo è qualcosa che vorrei fare ma ero più di un fan. Riguardo a Drake no, non sono influenzato da lui anche se sono comunque un suo fan.
Mi ci è voluto del tempo per trovare la mia strada (“10.000 ore”!), ma la cosa di cui sono decisamente orgoglioso è che non si potrà mai dire che sono un copione. Penso di avere una voce davvero unica e un approccio al rap diverso da quello che hanno molti altri rapper. E sì, questo non mi rende migliore o peggiore, ma mi rende unico.»
Over the last year Mac Miller and Lil Peep overdosed to death. Both rest in peace. But J Cole said, a couple months ago, that rappers should try to talk more about mental health and drug-related risks. Do you think that you and your colleagues should not continue to promote taking drugs?
Durante l’ultimo anno Mac Miller e Lil Peep sono andati in overdose sino a morire. J Cole un po’ di mesi fa ci aveva avvertito che i rapper dovrebbero cercare di parlare di più della salute mentale e dei rischi legati alla droga. Pensi che tu e i tuoi colleghi non dovreste promuovere l’assunzione di droghe?
«I talk about weed, but could be a good argument if it’s a drug or not but I’m not even promoting it that much. Through my message, if you know me, you can say I’m anti-cocaine: I have also a song, Powder Cocaine, against cocaine. I think me and Alchemists and couple other people are the only ones in Los Angeles that never never tried that stuff and we’re like the weird ones! My father was on that stuff and it was negative, it wasn’t something that I saw as good so I just stayed away from. But I took acids and mushrooms as a kid, so I understand why kids do drugs or get it, but I’m not rapping about ‘don’t do drugs’ or something like that because I don’t know if everyone wants to be told what to do. Sometimes that can drive you go the other way, but I think people know where I stand.»
«Parlo di erba, ma potrebbe essere una buona argomentazione se si tratti di una droga o meno, ma non la sto nemmeno promuovendo così tanto. Attraverso il messaggio presente nei miei brani, se mi conosci bene, puoi dire che sono assolutamente contro la cocaina: ho anche una canzone Powder Cocaine proprio contro l’uso della cocaina. Penso che io ed Alchemist e giusto pochi altri siamo gli unici a Los Angeles che non hanno mai provato quella roba e siamo etichettati come i più strani! Mio padre aveva a che fare con la cocaina ed era una cosa molto negativa, non era una cosa che vedevo come buona quindi mi ci tenevo ben lontano. Ma ho preso acidi e funghi da ragazzo, quindi capisco perché i bambini facciano uso di droghe o le cerchino, ma non vado dicendo “non assumete le droghe” o qualcosa del genere perché non sono sicuro che tutti vogliano essere consigliati su cosa fare della propria vita. A volte questo può farti anche causare l’effetto opposto, ma penso che le persone sappiano bene da che parte sto.»
On Genius in the annotations to the legendary track Worst Comes To Worst, the community is divided about the meaning of the phrase “when worse comes to worst, my peoples comes first”. Some say it means that in the worst moments the people close to us are the first to be protected, others say that in those moments the people close to us always got our back. Do you want to give us your take on this bar?
Su Genius nelle annotazioni alla leggendaria traccia Worst Comes To Worst, la comunità è divisa sul significato dell’espressione “when worse comes to worst, my people come first”. Alcuni sostengono che significhi che nei momenti peggiori le persone a noi vicine sono le prime ad essere protette. Altri sostengono invece che in quei momenti le persone vicine a noi siano sempre le prime a venirci in aiuto. Vuoi darci la tua opinione su questa barra?
«The correct way to spell it should be “when worse comes to worst” and we made it in “when worst comes to worst”, so it’s not technically correct the way we spelled it. Havoc’s original line “when worse comes to worst my people comes first, try to react and get you motherfucking feelings hurt” it should say when the s*it hits the fam I’m gonna protect my own. So that’s what it is. The first person I’m thinking about when worse comes to worst, is my people first. I’ll get the rest of you after my friends and my family.»
«Innanzitutto la versione corretta dei Mobb Deep dovrebbe essere “when worse comes to worst, my people come first” mentre noi lo abbiamo modificato in “when worst comes to worst“, quindi non è tecnicamente corretto nel modo in cui l’abbiamo scritto. Comunque penso che la barra originale di Havoc “when worse comes to worst my people come first, try to react and get them motherfucking feelings hurt” significhi che quando la situazione da brutta diventa addirittura peggiore, la mia gente e la mia famiglia vengono per primi. Tutto qui. La prima cosa a cui penso quando la situazione si fa molto difficile sono le persone a cui tengo veramente. Mi curerò degli altri una volta che ho protetto chi amo.»
You go under the name of “Mr Slow Flow”, so basically well placed and well spitted words on the beat. But nowadays, unfortunately, the so-called Mumble Rap is getting more and more successful. Where should we look for the cause? In the US society itself? Or maybe it is just another subgenre of Rap?
Ti chiamano “Mr Slow Flow”, quindi fondamentalmente parole ben messe e ben scandite sul beat. Ma al giorno d’oggi, sfortunatamente, il cosiddetto Mumble Rap sta riscuotendo sempre più successo. Dove dovremmo ricercare la causa? Nella società americana stessa o forse è solo un altro sottogenere del rap?
«Atlanta, southern music: that’s the sound of rap right now, like New York and California were in the past. And that’s the evolution of the south bleeding into pop culture. It’s just the same way with Lil’ John. His sound has just evolved from that into trap and then became popular. That format works for a festival and I’m a music producer so I understand why it works.
That’s this is definitely an American thing. It’s a cultural thing that’s bleeding into pop music. And I don’t want to discredit anybody but I think it’s a little easier to do. Rather you can fast or rap slow, there’s more freedom, you can go on YouTube and find how to make a trap beat. But it definitely rocks festival and the kids are going crazy so you can’t argue what’s working. That’s just is simply is what it is. If I go to a festival and I see twenty thousand kids all f*cking jumping around I think “this is crazy” but I still don’t want to go home and make it. Right now this is fire but I still like what I do. The rap I come from is like Jay-Z and Nas and all those are my heroes and they weren’t really singing that much or at all. It’s really bars but once again singing and having melody is what make song songs. It’s the melody that makes you remember the song, so remember that the melody is the most important thing.»
«Atlanta, musica del Sud: questo è il suono del rap che comanda in questo momento, come New York e la California lo erano in passato. E questa è l’evoluzione del Sud che si infiltra nella cultura pop. Ricordate Lil John? Ecco, il suo suono si è evoluto nella Trap e poi è diventato popolare. E questo format funziona per un festival, io sono un produttore musicale quindi capisco il perché.
Questa è sicuramente una deriva culturale americana e si sta piano piano infiltrando nella musica pop. Non voglio screditare nessuno ma penso che il mumble sia un po’ più facile da fare, puoi accelerare o rallentare lentamente, c’è più libertà. Puoi andare su YouTube e scoprire come fare un beat trap. D’altro canto, però, i ragazzi impazziscono letteralmente nei festival, quindi non puoi discutere una cosa che funziona. Questo è semplicemente la realtà. Se vado a un festival e vedo ventimila ragazzi che saltano come matti penso a quanto questo sia pazzesco, ma comunque non voglio ancora andare a casa e farlo. In questo momento è la moda, ma a me piace ancora quello che faccio. Il rap da cui provengo è quello di Jay-Z e Nas, loro sono i miei eroi e non cantavano tanto, anzi per nulla. Sono vere barre ma ancora una volta cantare e avere la melodia è ciò che rende le canzoni delle canzoni. È la melodia che ti fa ricordare la canzone, quindi non dimenticatevi che la melodia è la cosa più importante.»
In an XXL interview you said that today Rap kinda turned into R&B with no respect for non-melodius rappers, and that you would like to see more subgenres like punk rap, rock’n’roll rap, indie rap and so on. Our question is if it’s possible for a real spitter to adapt to a non-boom bap beat without ending up to be more melodious than he ever wanted to?
In un’intervista a XXL hai detto che oggi il Rap si sta avvicinando sempre più all’R&B senza rispetto per i rapper poco melodici, e che ti piacerebbe vedere altri sottogeneri come il Punk Rap, il Rap’n’Roll, l’Indie Rap e così via. Quindi la nostra domanda è se, secondo te, sia possibile per un vero rapper adattarsi ad un beat non proprio old school senza finire per essere più melodico di quello che pensava di volere.
«What I was just saying is that it all falls under the umbrella of rap. Some guys are singing, some people are doing Kool G Rap style, but what I was saying is: let’s just call it like it is. In Rock’n’Roll you have Heavy Metal, you have Psych Rock, Prog Rock, f*cking Yacht Rock, f*cking Classic Rock..and you got everything because it’s very specific to what they’re doing. So in rap is just not fair to call everything the same thing. We should break it up a little bit more and call it for what it really is. It doesn’t need to be called commercial or underground. I don’t need those names because we could think of something else but I do think it should be labelled.
About the real spitter, if it’s that’s what’s in his heart is good. If it’s real, you’re really feeling that he wants to evolve. I don’t like when it’s fate or when to old guy is trying to do the young sh*t because it doesn’t come off right to me. I’d rather the old guy who knows what the f*ck he does good and do that. The sh*t me and Alchemist do is what I genuinely love so I don’t have interest in leaving what I love to go do what somebody else wants me to do. And that could be my fault, maybe that makes me less relevant or maybe it makes me look old school or maybe it looks whatever you wanna call me, but that’s fine.»
«Quello che intendevo è che ricade tutto sotto l’ombrello del rap. Alcuni cantano, altri seguono lo stile di Kool G Rap ma l’importante è che li si chiami per quello che sono. Nel Rock’n’Roll abbiamo l’Heavy Metal, abbiamo lo Psych Rock, Prog Rock, Yacht Rock, Classic Rock… e tutto perché sono generi molto specifici. Perciò nel rap non è giusto chiamare tutto con lo stesso nome. Dovremmo chiamare ogni sottogenere per quello che è veramente. Non ha senso definire tutto o commerciale o underground. Questi nomi permettono di sviare e di pensare ad altro, e per questo penso che il rap debba essere etichettato.
A proposito del vero rapper invece, se la melodia è quello che in quel momento si sente di fare va bene. Se il sentimento è reale, senti davvero la spinta ad evolversi, va bene. Non mi piace, invece, quando è un caso o quando il vecchio rapper cerca di fare la roba dei giovani, perché proprio non mi suona familiare. Preferisco il vecchio che sa cosa c*zzo sta facendo e semplicemente lo fa bene. Quello che facciamo io e Alchemist è ciò che amo sinceramente, quindi non ho interesse a lasciare ciò che amo per fare ciò che qualcun altro vuole che faccia. Potrebbe essere una mia colpa, forse questo mi rende meno visibile o forse mi fa sembrare old school, però qualsiasi cosa possa sembrare a ma va bene.»
About the melody, and then we let you go and eat, how much did the autotune help this switch to this more melodic rap?
A proposito di melodia, e poi ti lasciamo andare a mangiare, quanto l’autotune ha aiutato il passaggio a questo rap più melodico?
«The autotune helped a lot because you can just have more confidence, so I understand why it works. And a lot of years ago me and Alchemist had really weird and funny sessions with 808 kit and stuff like that. We took that sh*t as a joke (laughs, ed)»
«L’autotune ha aiutato molto perché ti rende molto più confidente, quindi capisco perché funzioni. E molti anni fa io e Alchemist abbiamo avuto più di qualche sessione davvero strana e divertente con il kit 808 e roba del genere ma abbiamo preso quella roba solo come uno scherzo (ride, ndr)»
Avremmo voluto fare tante altre domande a Evidence ma il tempo a disposizione durante i live è sempre poco. Ma va bene così. In trenta minuti di intervista si è rivelato essere per quello che è, una persona comune, socievole, contenta di scambiare parole con una realtà come la nostra – ritardando così la cena, a discapito della volontà di chi gliel’ha portata – e attaccata a quel rap fatto semplicemente di realtà, rime e flow.
E così si è dimostrato anche sul palco dove, in poco più di un’ora di live, ha dato ancora una volta prova delle proprie skills che lo rendono facilmente comprensibile anche da chi l’inglese non lo mastica benissimo. In un periodo in cui dominano mugugni, versi e barre vuote, avere davanti un MC con lui è un’occasione più unica che rara. Salito sul palco ha portato con sé Weather Or Not e classici come You, Late For The Sky o la sua strofa in Worst Come To Worst dei Dilated Peoples, facendo andare in visibilio la tanta gente che ha gremito il centro sociale fin dalle ottime aperture di Murubutu e Azot1.
Una serata indimenticabile per chi c’è stato, per chi ha suonato e, ancora di più, per noi di Rapologia che abbiamo avuto il privilegio di realizzare un’intervista a Evidence. Una serata indimenticabile per il CSO. Pedro e per Padova, che ora potrà essere ricordata anche come la città che ha portato tre volte Mr Slow Flow in Italia.
Trascrizione e traduzione: Mattia Manerba.
Fotografie e immagine di copertina: Matteo Da Fermo.