Un omaggio a Foxy Brown, la regina di New York che ha sconvolto l’hip hop con la propria bellezza e il proprio flow.
Il nostro viaggio nel rap femminile degli anni ’90 si conclude oggi con Foxy Brown, nome d’arte di Inga DeCarlo Fung Marchand. La rapper di origini trinidadiane, nata nel 1978, ha pubblicato tre album tra la fine del secolo scorso e i primi ’00, tre progetti che l’hanno portata a distinguersi e a ritagliare per sé un posto nell’Olimpo del rap.
Il debutto di Foxy risale al 1996 quando, nemmeno ventenne, pubblica “Ill Na Na“: l’album raggiunge la posizione #7 nella Billboard Hot 100 e si trova a rivaleggiare commercialmente con il primo disco di Lil’ Kim, “Hard Core”. Le due, unite inizialmente da una grande amicizia, avevano progettato un joint album (“Thelma & Louise“), poi scartato a causa dell’incrinarsi del loro rapporto. “Ill Na Na” non si distingue, quanto a sonorità, rispetto agli altri dischi di musica rap di quegli anni ma ci dà un’idea dell’abilità di questa ragazza: dando un ascolto ad “I’ll Be” con Jay-Z, potete avere un assaggio del suo talento. Ragazzi, che flow!
Sempre in questi anni, Foxy Brown viene coinvolta da Nas nel gruppo hip hop The Firm che avrebbe dato alla luce un unico album, “The Firm: The Album” (1997), e che avrebbe lanciato definitivamente la rapper nel music business.
Nel 1999 arriva “Chyna Doll“. Il disco non spicca come gli altri lavori della rapper ma conferma il fatto che non siamo di fronte ad un fuoco di paglia. Con questo progetto, Foxy Brown dimostra di riuscire a tenere testa a tutti i colleghi ospiti nel disco regalando all’ascoltatore flow spettacolari ed una bad attitude da far impallidire le sedicenti rapper degli ultimi anni.
Risale, invece, al 2001 il capolavoro di Foxy Brown, “Broken Silence“: insieme a “La Bella Mafia” di Lil’ Kim e ad “Under Construction” di Missy Elliott, rappresenta infatti una pietra miliare del rap femminile. Il progetto è caratterizzato da una apprezzabilissima sperimentazione nella scelta dei suoni. “Broken Silence” rappresenta un trionfo di hardcore hip hop con il quale Foxy Brown dimostra, ancora una volta, di non avere rivali. Dal disco vi segnalo “BK Anthem“, omaggio al suo quartiere di origine e a mostri sacri quali Biggie e Jay. Attenti al fuoco che potrebbe uscire dalle vostre cuffie…
Per il 2003, Foxy programmò un quarto disco (“Ill Na Na 2: The Fever“) che non ha mai più visto la luce. Un acceso conflitto con l’etichetta portò alla cancellazione del progetto e una grave malattia all’udito, unita a diversi problemi con la giustizia, oscurarono la fama della rapper, tornata soltanto nel 2008 con un discutibilissimo mixtape (“Brooklyn’s Don Diva“). Da diverso tempo, oramai, Foxy Brown promette un nuovo album che, probabilmente, non avremo mai.
Citata da Nicki Minaj come la propria fonte d’ispirazione più grande, Foxy Brown ha lasciato un’impronta indelebile nel rap game e incoraggiato le proprie colleghe a non avere paura di rivaleggiare con gli uomini. Foxy è la dimostrazione che si può fare buona musica rap anche senza piegarsi alle esigenze dell’industria musicale e rimanendo fedeli a sé stessi. Date un ascolto ai suoi album, fate un confronto con il panorama musicale odierno e… stupitevi!
Shout out to Fox!