Massimo Corini, meglio conosciuto come Faser, nato a Segrate nel 1991 è un rapper italiano della scena underground milanese.
La carriera di Faser nasce nel 2011 con la pubblicazione del suo primo singolo ufficiale, “Il lato oscuro”. Sono anni di sperimentazione e collaborazioni, fino ad arrivare forse a quella più importante, fatta nel 2013 con Giaime (allora emergente anche lui) nel singolo “Soulitudine” che arriva a sfondare il milione di views in pochissimo tempo.
Il 28 maggio è uscito il suo nuovo album “El Mostro” e gli abbiamo fatto qualche domanda.
Quanto tempo hai impiegato a concepire l’album “El Mostro”?
«La realizzazione di “El Mostro” si è svolta nel corso di un anno circa. Il tutto è stato suddiviso in due fasi, la prima durante agosto\settembre dell’anno scorso, la seconda ad aprile di quest’anno. I testi sono stati scritti quasi tutti durante l’estate scorsa, esclusi un paio delle tracce registrate ad aprile. Ho cercato il più possibile di creare delle connessioni fra i pezzi, alcune sono riconoscibili anche solo dai testi mentre altre sono un po più nascoste».
A quali artisti ti ispiri? Guardi solo in casa nostra o anche all’estero?
«Le mie influenze sono molteplici e spesso spaziano su altri generi fuori dal rap, amo i Nirvana, Marylin Manson, Rage Against the Machine. Penso che sia una cosa importante avere una cultura musicale il più vasta possibile. Poi mi ascolto anche un sacco di roba fresca, riesco ad apprezzare sia la roba un pò più “ignorante” alla Lil Pump, che le super liriche alla J.Cole, questo discorso vale anche per la musica nostrana.
Non mi faccio grossi problemi, con gli anni ho imparato a prendere ciò che mi piace da ogni genere che ascolto e a inserirlo nel mio bagaglio musicale, penso lo si percepisca molto in quest’ultimo disco».
Chi ti segue da tempo sa che hai già collaborato con Axos. Che rapporto avete e come vi siete conosciuti?
«Si sono amico di Axos da diversi anni, non ricordo di preciso come o quando ci siamo conosciuti, siamo della stessa zona e abbiamo diversi amici in comune. Fin da subito ci siamo accorti di avere una visione simile su molte cose, specialmente in ambito musicale.
Penso che le nostre collaborazioni funzionino molto proprio per via di questa affinità, la gente la percepisce molto, infatti mi capita spesso di vedere il mio nome associato al suo ultimamente, e non ti nego che può solo farmi piacere vista la stima che nutro per lui artisticamente».
Come sta accadendo negli ultimi tempi in Italia, si vede spesso un artista collaborare alla creazione di un album con lo stesso produttore che si occupa di produrre tutto (o quasi) l’intero disco. Tu hai usato principalmente III Giaguaro per la produzione dell’album. Come avviene la creazione di una canzone per te? Prima scrivi e poi adatti il testo alla produzione o viceversa?
«Penso che il rapporto con i producers sia fondamentale per riuscire a sfornare prodotti di qualità. Io non ho una metodologia di lavoro fissa, mi capita di scrivere su beat già pronti come di andare in studio e lavorare su una mia linea vocale, penso che dipenda molto anche dal pezzo.
Con Ill Giaguaro mi sono trovato molto bene perchè mi permette molto di dire la mia e di mettere mano al beat, inoltre penso che abbia un grandissimo gusto musicale soprattuto nella scelta dei campioni. Ho deciso di mettere anche altri produttori per rendere il disco un pò più vario, cercando comunque di mantenere una sorta di mood generale.»
Quali sono gli obiettivi che ti sei prefissato per/con “El Mostro”?
«Fondamentalmente l’obiettivo principale è sempre quello di portare la mia musica a più persone possibili pur mantenendomi coerente con il mio personaggio. Penso che sia difficile arrivare al grande pubblico senza compromessi, con “El Mostro” vorrei espandere la cosa, riuscire a suonare molto anche fuori dalla Lombardia, e mettere le basi per qualcosa di ancora più grosso. Sarà un anno molto lungo!»
Fonte fotografie: Faser