Tommy Kuti ha finalmente pubblicato “Italiano Vero”, il suo album ufficiale targato Universal Music.
Se questa mattina, mentre andavi al lavoro, ai corsi universitari o rientravi dalla serata di ieri sera sei andato nella sezione “Nuove Uscite” di Spotify, sicuramente avrai visto il bel faccione di Tommy Kuti sulla cover del suo primo album ufficiale, per Universal, “Italiano Vero“.
“Cooooooooosaaaaaa??? Un italiano con la pelle scura?”
Si amico mio. L’Italia, che ti piaccia o no, sta andando avanti. Sta andando nella direzione della globalizzazione, nella stessa direzione che molti Paesi confinanti col nostro hanno preso già da tempo. È la direzione in cui se nasci in Italia, sei italiano. Non ci sono scuse, non ci sono leggi, non ci sono politiche fasciste che possano bloccare l’innovazione, il restyling di un Paese che, con la scusa di essere legato alla tradizione, chiude gli occhi volontariamente su quello che sta accadendo. Qui non si tratta del “Occhio non vede, cuore non duole”. Qui siamo nel presente, siamo nel flusso della vita. Tommy Kuti è uno dei tanti casi di italiano con l’accento bresciano. Non c’è solo Super Mario, citato spesso dal rapper proprio per mandare il medesimo messaggio.
Tommy Kuti, in arte Tolulope Olabode Kuti è nato a Abeokuta il 28 luglio 1989.
Nel ’91 la famiglia si trasferisce in Italia a Brescia. Ci rimane fino al ’96 per poi spostarsi a Castiglione delle Stiviere.
Come tanti come lui, Tommy Kuti non spunta il 9/03/2018 su Spotify a caso, come se non avesse un passato. Tommy Kuti ha un passato musicale ben radicato nelle sonorità rap. E’ del 2011 il primo EP “Tutti Vogliono”, “Manifesto” nel 2012 e “Wake Up” sempre nel 2012, in collaborazione con Nell Precious. La svolta per Tommy arriva nel 2015, quando insieme a Yank e Diss2Peace fonda l’etichetta Mancamelanina Records e successivamente esce il primo lavoro, il “Mancamelanina Mixtape”.
Tommy Kuti l’ho conosciuto proprio grazie a questo prodotto. Ero su YouTube e guardavo i video musicali, quando ad un certo punto mi compare un suo video. Vi direi una bugia se vi dicessi quale fosse il video. A fine video ho avuto una sorta di folgorazione, del tipo:
“C*zzo davvero? Cioè, sti ragazzi non hanno il colore della mia pelle e rappano cosi bene in italiano? Devo subito scrivergli e fargli i miei complimenti”.
Parlando insieme mi ha raccontato che Paola Zukar vedendo i suoi video ha avuto una reazione molto simile alla mia e che gli ha scritto. Ma da brava “addetta ai lavori” non l’ha gasato subito. Gli ha fatto fare gavetta, tenendolo sotto controllo, assicurandosi che Tommy percorresse la giusta strada. Quando lo ritenne pronto, magicamente comparì nel brano “Su Le Mani” contenuto nel “Tradimento 10 anni – Reload“. Credo che, è a questo punto che la gente scopre chi sia Tommy Kuti.
Da lì è tutto in discesa (occhio, certe discese suonano come salite). Firma con Universal e prepara il disco, uscito appunto oggi.
Il disco esce solo in formato digitale e contiene 9 tracce. Una di queste, “Clichè” contiene un feat con Fabri Fibra. Non farò l’analisi dell’album, ma farò attenzione ad alcuni passaggi chiave, in cui secondo il mio punto di vista, Tommy vuole dirci qualcosa. L’album si apre cosi:
“da dove vengo non si usa l’italiano,
parlano il dialetto anche giù dal kebabbaro.
Mi chiamo Tommy da quando ero dalle suore,
non sapevano dire il mio vero nome.
Rappresento chi è in provincia, chi viene da fuori,
chi ha una seconda lingua con cui parla ai genitori.
Sono italiano anche senza lo ious soli,
ho visto il ventennio Berlusconi”.
La canzone di chiama “Forza Italia“. Ma l’italiano (non generalizzo sia chiaro, sto solo usando un “Clichè”) si sa, è titubante, ha paura. Quindi Tommy lo frega.
“Al goal di grosso in quella partita, giuro ho festeggiato pure a casa mia”
“Oh noooooo. Tommy ha festeggiato al goal di Grosso ai Mondiali. C*zzo è italiano allora!!!!”
La domanda che mi sono posto ascoltando questo inizio è: “ma sbaglio o anche noi italiani in casa, spesso, parliamo una seconda lingua?” Si, il dialetto. Un’atra cosa che ci accomuna.
“Gente che parla e punta il dito,
gli ignoro perchè ho problemi più grandi”
All’interno dell’album c’è una skit, “Skit clichè“. Non mi va assolutamente di dirvi cosa e come lo dice, perchè bisogna assolutamente ascoltarlo per capire cosa voglia dire conoscere se stessi e cercare di arrivare sempre all’obiettivo prefissato, nonostante ciò che la gente ti dice. Perchè la gente pensa di conoscerti bene, la gente sa sempre cosa è meglio per te, cosa devi mangiare, ascoltare, guardare o leggere. La gente (cito Ghemon “La verità (Non abita più qua)“):
“…non vuole sapere da dove vieni o dove vai
È pronta a dirti che sei ingrassato, più che a chiederti come stai”
Dopo una bordata di rime, si arriva a “La bella Italia“. Posso permettermi di dire quello che ho pensato quando ho sentito questa traccia? Si posso, perché qui lo staff mi dà via libera, senza rischiare di censurarmi.
La “Bella Italia” di Tommy Kuti è un tributo a “La Bella Italia” di Aban con Marracash & Guè Pequeno. Perchè lo dico? Perchè il ritornello di Tommy riprende i colori della bandiera italiana proprio come nel ritornello della versione di Aban.
#AFROITALIANO è il singolo uscito ormai quasi un anno fa. Il video (qui sotto) fa vedere alcuni stralci della vita di Tommy, e molte persone a lui care. Compaiono amici, uno dei fratelli ed altri parenti. Compare anche Fabri Fibra, nella veste di psicologo personale di Tommy.
L’album è un album che suona bene. Quando ho chiesto a Tommy la definizione del suo suono, la sua risposta è stata:
“Un po’ rap, ma un po’ cantautorato, vagamente pop, ma con delle influenze Afro”
Ed è veramente così. È una confluenza di suoni. “Italiano Vero” è un mix di emozioni. Tommy ha la facilità di parlarti di problemi che ha vissuto e che bisogna risolvere, con strumentali però che ti fanno ballare. Ed è questa secondo me la chiave migliore per far capire certe cose. È figlia dei tempi che viviamo. La musica è ascoltata dai giovani e i giovani devono capire. Ma vi dico una cosa che sto vedendo, da ventiseienne che vive di social e robe simili: i giovani under 26 si sono già accorti di questo cambiamento. Gli adolescenti in questo ambito sono i più avanti di tutti. A scuola ormai ci sono tantissime etnie e per noi è quasi scontato andare a casa di un amico e bere il Thè Chai, o mangiare del Maraq fatto dalla mamma del tuo amico.
Se ascolti Tommy Kuti, allora sicuramente sai già cosa ti racconta: la sua storia. Attenzione però, non inciampate nel “Clichè” che certe storie appartengono ai singoli. Assolutamente no, certe storie appartengono a grandi masse di Persone, gente che ha voglia di vivere una vita tranquilla e normale, ma deve ogni giorno lottare contro la burocrazia e l’ignoranza. L’importante è riuscire a dire la propria opinione, farsi sentire.
Buon ascolto.