Recensione di “Shardana”, il nuovo album di En?gma

En?gma

In “Shardana” En?gma ci restituisce quella sensazione di apparente equilibrio che la nostra coscienza ci offre.

Quant’è bella la Sardegna? La natura incontaminata, i luoghi intrisi di storia dove sembra che la modernità non sia ancora arrivata. Chi c’è stato capirà cosa intendo quando parlo di un forte attaccamento alla propria terra, di un’indipendenza propria di un tempo che sembra perso. E poi la storia, il Regno di Sardegna, i Nuraghi – le costruzioni tipiche del territorio un po’ come i Trulli in Puglia- e gli Shardana.

“Shardana” è un termine che non avevo praticamente mai sentito sino all’annuncio di En?gma del suo nuovo album. Incuriosito sono andato a fare qualche ricerca ed ho trovato due differenti tipologie di conclusioni. La prima li riassume semplicemente come gli antichi popoli di mare –  i Vichinghi non c’entrano nulla- identificabili con gli antichi sardi mentre la seconda suggestiva ipotesi li descrive come il popolo di mare che sconfisse i grandi faraoni dell’Antico Egitto. Tanto che sulla tomba di Ramses II fu trovata un’iscrizione che diceva:

“I ribelli di Shardana che nessuno ha mai saputo combattere arrivarono dal centro del mare navigando arditamente con le loro navi da guerra cui nessuno è riuscito a resistere”

Fine della lezione di storia. Ma cosa c’entra En?gma con questi guerrieri ribelli dalla provenienza sconosciuta? “Shardana” è il simbolo artistico e stilistico che il rapper sardo ha assunto, intenzionato più che mai a perfezionare il suo percorso di ricerca della verità in modo da estirpare le maschere e le finzioni dell’uomo moderno. No, non siamo passati alla lezione di filosofia, stiamo semplicemente cercando di introdurre l’album di uno degli artisti più complessi ed eclettici del panorama italiano.

Essere En?gma di questi tempi è un vero azzardo, vuoi per il suo citazionismo raffinato, vuoi per le sue rime sempre criptiche e dalla profonda interpretazione. En?gma non è un artista da ascoltare nei momenti distratti, non è un artista sicuramente da radio né tantomeno da social network. Essendo il rap esploso in Italia in tempi relativamente recenti in molti si chiederanno addirittura chi sia, con la sola consapevolezza di trovarsi davanti un uomo come tanti altri che ha qualcosa di importante da dire e che – per farlo – non è mai sceso a compromessi trasformando i suoi ipotetici limiti in un punto di forza e marchio di identità.

Shardana” è il secondo capitolo del percorso indipendente che En?gma ha cominciato più di un anno fa con “Indaco. In molti erano scettici riguardo la sua decisione di allontanarsi da una realtà tanto affermata come quella di Machete ma il feedback del pubblico e le tante date sparse per lo stivale hanno rivelato l’esatto contrario. Il nuovo album porta quindi con sé alcune importanti conferme ed alcune stuzzicanti novità.

Kaizèn in primis. Il giovane produttore sardo aveva da tempo dimostrato di saper leggere bene l’ispirazione di En?gma essendo praticamente onnipresenti nella sua discografia recente seppur in modo sfaccettato. Poi l’uscita dell’EP “Random” e del successivo “Indaco” ne hanno consolidato le affinità sino a giungere a “Shardana” che è per metà prodotto da lui. Altre produzioni che troviamo sul disco sono di Ros, Yazee, Wsht e dello stesso En?gma.

Nel recente episodio di Real Talk En?gma aveva infatti rivelato la necessità di espandere le sue doti di artista non fermandosi esclusivamente alle liriche, allargando i suoi orizzonti verso territori più o meno esplorati che vanno dalla produzione di beat sino alla direzione artistica – quasi manageriale-  del suo stesso album e i risultati sono davvero positivi.

Shardana” è un album pieno di concetti importanti, significati nascosti e citazioni mai banali. Insomma quando mai vi è capitato di ascoltare un’artista che vi fa un pezzo interamente basato sul sistema solare o che rivisita un film come “Cinderella man” e lo trasforma in uno storytelling basato sulla sua stessa vita? Dentro le sue rime ci trovate il cinema, la filosofia, la storia, l’astronomia, la fisica. Ma attenzione, guai a credere che questo stile sia figlia di una forzatura dovuta al personaggio che Marcello – questo il suo vero nome – ha interpretato negli anni.

La differenza tra un disco come “Shardana” ed una roba a caso della new wave attuale sta negli obiettivi. Gli artisti da social network puntano alla fama ed alla gloria ma – come ci ha insegnato Andy Warhol – quella possono ottenerla tutti anche per una manciata di minuti. Il difficile sta nel sapersi raccontare senza alcun filtro tramite il mezzo espressivo che meglio rappresenta questa necessità. Ascoltare questo disco significa studiare l’amore per la disciplina e per le cose – universalmente intese – che poi è l’arma in più che l’uomo moderno deve possedere.

Non solo dalle parole del suo protagonista ma anche da quelle degli interpeti al suo interno. Bassi Maestro vi racconta la dedizione, Gemello l’attenzione al sentimento, MadMan la tecnica per farlo. Mi rivolgo in particolar modo a chi non ha mai avuto modo di ascoltare En?gma prima d’ora: non è assolutamente certo che ci andrete in fissa, non ne parlerete al vostro amichetto trapboy (per gli under 18), può anche darsi che il primo ascolto sarà anche l’ultimo, ma semplicemente dategli una possibilità.

In America si vantano ogni giorno di avere artisti come Logic il cui rap è considerato come strumento di cultura e di trasmissione del sapere. Se non doveste sapere chi è Logic cercatelo e prendete ad esempio un “semplice”  Kendrick Lamar… Mica è diventato una leggenda vivente per i featuring con Taylor Swift ed i Coldplay, bensì per il suo talento nel trasformare l’arte in un fenomeno di rilevanza sociale.

En?gma rientra sicuramente in quella cerchia di artisti italiani non omogeneamente apprezzati ma universalmente importanti e che l’ascoltatore medio italiano non ha ancora imparato ad implementare con naturalezza nel suo DNA. Serve tempo. Se avessi un milione.. No, un milione non ce l’ho e magari non lo punterei nemmeno, ma dei soldi per un disco così ce li spenderei volentieri. Convincono le intenzioni, non le certificazioni.