Una breve presentazione del beatmaker preferito del tuo rapper preferito.
Cos’hanno in comune “Pride” di Kendrick Lamar, “Foldin Clothes” di J.Cole e “911/Mr. Lonely” di Tyler the Creator? Steve Lacy. Produttore di L.A., conosciuto per essere il chitarrista del gruppo neo soul “The Internet” e per essere presente in tre dei dischi più importanti dell’ultimo anno. Fino ad ora non sembra niente di diverso da quello dalla storia di altri. La sua peculiarità è che ha 19 anni e tutto il suo primo EP di demo, uscito nel febbraio di quest’anno è stato prodotto dal cellulare.
Nonostante la giovane età, il suo nome era già noto da ben due anni. Nel 2015 infatti, mentre era impegnato a finire il liceo, venne nominato ai Grammy Awards come “Best Urban Contemporary Album” insieme alla sua band – affiliati di Odd Future. “Ego Death“, l’album che li portò alla ribalta, lo vedeva già chitarrista ufficiale – per la cronaca, la voce del gruppo è Syd, uscita quest’anno con il suo album d’esordio “Fin”. Questi nomi al grande pubblico sono semi sconosciuti, ma hanno una forte valenza per tutti coloro che seguono da vicino la scena americana.
La maggior parte degli artisti per fare musica utilizzano un laptop con su i diversi programmi, Ablethon, FL etc.. nel caso di questo ragazzo la questione è diversa. La sua particolarità è che crea tutto tramite telefonino. A causa di impegni legati alla scuola, era costretto a fare diversi spostamenti e non possedeva un computer. Di conseguenza iniziò a lavorare utilizzando diverse app per i suoni e per la voce il microfono del telefono, affezionandosi poi a Garage Band. Al materiale grezzo venivano poi aggiunte chitarre e basso (che Steve Lacy suona perfettamente), creando pezzo per pezzo la canzone. Una volta finita questa fase, il brano è quasi chiuso ed il tutto viene sistemato in studio.
Tutt’ora, nonostante i materiali più sofisticati a disposizione, Steve Lacy continua ad usare Garage Band:
“The beats I make in Ableton, I feel like I have to get those mixed by a professional to beef them up. But GarageBand masters it so it’s at a cool level already”
Il suo caso è interessante per vedere modalità diverse di creazione della musica. Gli strumenti non sono importanti, è l’approccio alla materia a fare la differenza.