Testo del brano “Deja Vù Senza Fiato” di Claver Gold ft. Fabri Fibra
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Questo è… è il mio requiem
Il tuo requiem…
Ora respiro e senti il mare, quella voglia di ricominciare
Di chi si è sentito dire non sai fare, provinciale
Da quando mi sembrava un gioco andare a registrare
Come quando non mi pagavate e venivo a suonare
Pare, che non sia facile qui farsi un nome
Come tagliare il cordone scendere a Bolo stazione
I vecchi amici stan scalando ancora il metadone
Mentre sento mia sorella che mi chiama dal balcone
Ogni canzone è parte del riassunto, arte e disappunto
Storia triste e disperata da cui prendo spunto
E sono qui che mi domando quando arriva il punto
Non mi riesco più a godere quei traguardi che ho raggiunto
Ora combatto con la fretta, sbrano la mia fetta
Plano sopra una città che amo ma che sento stretta
Parte la base mentre accendo un’altra sigaretta
Chissà se a casa c’è qualcuno che ancora mi aspetta
Dal parco sotto casa
Fino ad un parco in centro
Vorrei tornare indietro
Mamma non mi diverto
Io non dimentico i posti in cui sono nato
Ma ciò che ho vissuto mi ha cambiato
Io credo nei sacrifici non credo al fato
E corro stanco morto e senza fiato
Mentre mi stringono i muri di questa mia città
Qui la libertà non esiste più
Poi torno indietro per cercare la mia verità
Dentro un dejà vù senza fiato
La mia vita è complicata, la scrittura è semplice
Ogni rima è stata fatta, frate sono un reduce
Da una vita che ci provo, non si sa mai
A Milano senti l’odio se ce la fai
La provincia che mi demotiva
Faccio un giro anche se poi non mi va, anche se non c’è vita
Anche se in cima ci arrivano i più forti
Potevamo essere noi ma tu non mi ascolti
Ho consumato notti inseguendo un’idea
Cantavo in certi posti, la gente rideva
Se non ci credi non succede, ho troppa fede
Se guardi fuori non c’è nulla, tutti in ferie
Se non sei pronto la città ti taglia a fette
Qui basta un soffio e cade giù anche la parete
Scommettere tutto, dimmi chi se la sente
Non basta un disco a farti vivere per sempre
Chiudevo gli occhi… e immaginavo spazi
Chissà dove mi porti… qui son solo palazzi
Io non dimentico i posti in cui sono nato
Ma ciò che ho vissuto mi ha cambiato
Io credo nei sacrifici non credo al fato
E corro stanco morto e senza fiato
Mentre mi stringono i muri di questa mia città
Qui la libertà non esiste più
Poi torno indietro per cercare la mia verità
Dentro un dejà-vù senza fiato
Io che volevo solamente andare via di qua
Cambiare identità per non tornare più
Chiudo le tende per restare nell’oscurità
Poi scrivo le mie storie a lume di bajour
Pezzi su pezzi del mio passato
Ciò che credevo dimenticato
Ritorno indietro per cercare quella verità
Dentro un deja vù senza fiato