Ho letto “Zero”, il libro di Sfera Ebbasta, e non mi ha detto niente
In una recente intervista a Sto Magazine, ripercorrendo i dischi passati, Guè Pequeno parlava de “Il ragazzo d’oro” come di un qualcosa nato per essere un best seller. Il libro recentemente scritto da Sfera Ebbasta “Zero” rispetta in pieno questa descrizione, è qualcosa nato per essere un best seller, facile da leggere, graficamente potente e ricco di interviste che fanno parte dell’universo costruito dal giovane artista milanese. Non esiste una vera e propria trama, si tratta più che altro di una serie di aneddoti e di dichiarazioni assemblate insieme per arricchire e contribuire ad ampliare l’universo della trap star.
I pregi e i limiti di questa operazione sono evidenti sin dalle prime pagine. I pregi sono sicuramente diversi, a partire dalla composizione grafica (vero e proprio fiore all’occhiello del libro, si ringrazia per questo Corrado Grilli a.k.a. Mecna) ma anche la quantità di interviste e dichiarazioni di personaggi influenti e minori.
Il protagonista indiscusso è Sfera, di cui viene raccontato l’inizio di carriera abbastanza problematico, con una personalità molto forte con idee chiare in mente, zero compromessi e testa dura verso l’obbiettivo. L’incontro con Charlie, l’uscita di “XDVR”, la firma prima per Roccia Music e poi per Universal, il disco “Sfera Ebbasta”, l’incontro con Sch e Lacrim, i tour italiani ed europei, il presente ma soprattutto il futuro di Sfera. Proprio questo, se si vuole, può essere la grande tematica sottesa a tutto il testo: quello che ha fatto vedere fino ad ora è solo l’inizio del percorso che vuole realizzare.
La musica è solo un piccolo passo del mondo che ha intenzione di creare attorno al suo personaggio, lo dice a chiare lettere: il suo desiderio è quello di diventare una superstar, un qualcuno che ha segnato il passo, indiscutibile, sia che tu sia suo fan o meno. Presumibilmente il prossimo passo nel quale cercherà di ampliarsi sarà la moda, ambito all’interno del quale ha già incominciato a destreggiarsi tramite le collaborazioni con Marcelo Burlon (uno dei suoi primi supporter) ma anche GCDS (con cui creò tempo fa una capsule collection).
“Zero” lo possiamo effettivamente vedere come un’appendice a tutto il lavoro che lui e il suo team compiono quotidianamente, per ampliarne e potenziarne l’immagine al fine di renderlo, forse, il primo rapper italiano riconosciuto in tutto il mondo.
D’altra parte, un’operazione del genere non può esimersi da mancanze e difetti.
La prima fra tutte, per l’appunto, è che non aggiunge niente. Leggerlo o non leggerlo non modifica in alcun modo la percezione che ciascuno avrà di Sfera, aggiunge dettagli ma niente di sostanziale rispetto ad un personaggio del quale si sa già tanto. Si sa che il desiderio di gossip dei fan è sempre superiore rispetto a quanto l’artista riuscirà a concedergli – soprattutto quando si è popolari come il giovane rapper di Ciny – e proprio su questa smania di entrare ancora di più nella vita privata altrui si gioca tutto.
Il libro fornisce un po’ l’illusione di conoscere meglio la persona oltre il personaggio, l’uomo oltre il rapper, ma di fatto non è così, non è un racconto autobiografico, c’è molto poco di personale (oltre alle dichiarazioni della madre che fanno sempre effetto). Paradossalmente diventa più interessante seguirne le storie su Instagram…
In sostanza, “Zero” è un prodotto fatto per piacere, semplice e le grafiche di Mecna rendono tutto molto più bello, però, lasciatemelo dire, è anche alla fine abbastanza inutile.
Tutto molto bello ma tutto molto povero, di contenuti e di sostanza, non si capisce niente di più di quanto sia già stato detto durante le interviste o sui suoi social. Forse il termine più adeguato per descriverlo è “commerciale”, nel senso di qualcosa che nasce per essere fruibile e vendibile su larga scala. Il che, di base, non è né un valore né un difetto, un prodotto che viene creato con questa idea non si pone il problema di avere un peso artistico né intellettuale, ma solo di essere acquistabile dal maggior numero di persone possibili. In tal senso la forma che ha questo libro è quanto di più adeguato ci sia, probabilmente è rivolto ad un pubblico di fedelissimi che di certo saranno soddisfatti dell’acquisto.
Rimane, tuttavia, da domandarsi se siano davvero necessari questi libri, e quanto possano aggiungere allo sviluppo e al progresso di questa cultura nel nostro Paese…