A soli 21 anni, si è spenta nella notte la vita del giovane Lil Peep
È sempre molto triste commentare la morte di qualcuno, soprattutto se la persona in questione aveva solo 21 anni ed era un potenziale crack. Lil Peep è morto durante la notte, poche ore prima di esibirsi a Tucson nella penultima data del tour promozionale per il suo primo disco “Come over when you are soler pt.1“. Non è una morte casuale, Gustav Ahr (il suo vero nome) ha sempre sofferto di depressione che ha cercato di combattere rifugiandosi nell’abuso di droghe quali cocaina, xanax e ecstasy. Il suo manager Charles Ortega in tal senso, è forse riuscito a fotografare al meglio lo stato in cui si trovava il ragazzo:
I’ve been expecting this call for a year. Mother fuck
— Chase (@RealChaseOrtega) 16 novembre 2017
Purtroppo era una morte annunciata. Sui Social, dove era molto seguito, si è alzato un coro di cordoglio che va da Post Malone a Marcelo Burlon – marchio per cui aveva sfilato sia a Parigi che a Milano, come con Rick Owens e Balmain – passando per Marshmello, Travis Barker, Diplo e Metro Boomin.
Ma chi era Lil Peep? Lil Peep era uno dei cosiddetti Soundcloud Rappers, diventati popolarissimi in poco tempo tramite il social in questione. Per quanto fosse assimilabile a tutti loro, per il modo in cui ha ottenuto la popolarità, sotto altri punti di vista era totalmente diverso. Pitchfork lo considerava il futuro della musica Emo: un ragazzo che potenzialmente avrebbe potuto segnare il passo, grazie al suo stile che mescolava trap all’ emo/rock alternativo, Gucci Mane ai My Chemical Romance, un’operazione che nel 2017 ha perfettamente senso e che le nuove leve più interessanti hanno assimilato perfettamente (vedi XXX Tentacion e Young Lean). Le sue tematiche sono in linea con il personaggio, depressione, abuso di droghe e un desiderio molto forte di esprimere i proprio sentimenti. Adorato dai suoi fan, con altrettanti haters, di certo un personaggio appariscente che avrebbe potuto far parlare di se ancora per parecchio tempo.
F*ck it e addio.